Alla fine Enrico Letta ha deciso di metterci la faccia e di partecipare alla riunione che ieri sera i deputati del Pd hanno tenuto a Montecitorio per decidere sul caso Cancellieri (riunione cominciata troppo tardi per gli orari di chiusura del giornale). Una sfida a Matteo Renzi che nel pomeriggio, per l’appunto, gli aveva chiesto di presentarsi alla Camera per difendere il suo ministro altrimenti i deputati sarebbero andati a una conta dei voti che avrebbe potuto rappresentare la sfiducia non solo per la Cancellieri, ma per l’intero governo. E così tornato dalla Sardegna, dove si è recato per un sopralluogo nelle località colpite dal ciclone, Letta si è presentato a Montecitorio deciso a scjerarsi ancora una volta al fianco della Guardasigilli. Una scelta che però il premier avrebbe probabilmente evitato volentieri, se non vi fosse stato in qualche modo costretto non solo dal sindaco di Firenze, ma anche dai cuperliani. «Non vorremmo fare la parte di quelli che alla fine restano con il cerino in mano», spiegava ieri pomeriggio un deputato vicino al principale sfidante di Renzi alla segreteria. Mancano pochi giorni al congresso e come tutti anche i cuperliani sanno bene del malumore che serpeggia nella base del partito proprio sul caso Cancellieri. E così mentre Renzi e Civati fanno la parte dei «rivoluzionari», loro rischiano di ricoprire il ruolo di quelli che mandano giù tutto. Da qui la richiesta di una presa di posizione chiara da parte del premier, e non solo. «Vorremmo che non solo il premier Letta, ma anche Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il parlamento e capo della delegazione Pd al governo, dicessero cosa pensano del caso Cancellieri», è stata la decisione presa al temine di una riunione dei cuperliani. A questo punto a Letta non è rimasto altro da fare che recarsi alla Camera dove ha spiegato che il ministro le ha garantito che non ci sono state interferenze nella scarcerazione di Giulia Ligresti e, come confermato anche dalla procura di Torino, non risultano da parte sua comportamenti inadeguati al suo ruolo. Una scelta non del tutto scontata, quella di Letta, visto che solo due giorni fa palazzo Chigi ha confermato la fiducia nella Guardasigilli «salvo novità», e che Cancellieri ha ovviamente accolto con soddisfazione. Da ieri è nella mani del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone il fascicolo aperto dalla procura di Torino con gli ultimi sviluppi sulle telefonate intercorse tra lei e Antonino Ligresti, per le quali Cancellieri non è indagata. E stamattina il ministro sarà presente alla Camera per la discussione sulla mozione di sfiducia che il M5S ha presentato contro di lei e prenderà la parola. Per tornare a difendere il suo comportamento, ma anche per definirsi vittima di un attacco mediatico. Un discorso che farà forte, probabilmente, della fiducia che ancora una volta gli avrà confermato il Pd. A quali costi per i democratici, si può immaginare. Ieri per tutto il giorno sia Renzi che i suoi hanno attaccato la Guardasigilli cercando di convincerla a fare il famoso passo indietro. «Indipendentemente dall’avviso di garanzia o meno», ha specificato il sindaco di Firenze. «Con questo ministro qualsiasi intervento sulle carceri, qualsiasi riforma della Giustizia sconterà un giudizio diffidente da larga parte degli italiani», ha spiegato ancora il sindaco. In vista della riunione di ieri sera, i renziani hanno preparato un documento messo a punto da Paolo Gentiloni in cui si continuava a chiedere le dimissioni della Cancellieri pur garantendo la massima fiducia al governo. Documento che i deputati fedeli al sindaco di Firenze avrebbero dovuto presentare dopo aver sentito Letta. Se tutto è andato secondo le previsioni, lo scontro dovrebbe essere stato evitato. ma se è così si tratta solo di un rinvio. Difficile che Renzi, dopo essersi esposto molto contro il ministro della Giustizia, possa accettare la sconfitta a cuor leggero. probabile quindi che il sindaco rimandi la rivincita con il premier a tempi migliori. A dopo l’8 dicembre, quando probabilmente sarà il nuovo segretario del Pd con Letta dovrà fare i conti.
Cancellieri, sfida notturna nel Pd
Caso Ligresti. Il premier si presenta all’assemblea del gruppo per difendere la Guardasigilli. E il partito si allinea

La ministra Annamaria Cancellieri - Reuters
Caso Ligresti. Il premier si presenta all’assemblea del gruppo per difendere la Guardasigilli. E il partito si allinea
Pubblicato 10 anni faEdizione del 20 novembre 2013
Carlo Lania, ROMA
Pubblicato 10 anni faEdizione del 20 novembre 2013