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Camusso nel «feudo» fascista: «La politica torni in periferia»

Camusso nel «feudo» fascista: «La politica torni in periferia»Roma, Susanna Camusso durante il presidio antifascista a Tor Bella Monaca

Roma Presidio Cgil e Anpi a Tor Bella Monaca. «Nel nostro Paese è vietato costruire organizzazioni neofasciste e neonaziste. Allora bisogna pretendere e rivendicare che queste organizzazioni vengano sciolte»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 11 febbraio 2018

«”Mai più fascismo” è una battaglia che abbiamo iniziato perché si applichino le leggi dello Stato. Nel nostro Paese è vietato costruire organizzazioni neofasciste e neonaziste. Allora credo che bisogna pretendere e rivendicare che queste organizzazioni vengano sciolte». Susanna Camusso esorta così le centinaia di persone arrivate ieri pomeriggio in uno dei più difficili quartieri della periferia est romana, Tor Bella Monaca, per partecipare al presidio antifascista organizzato dalla Cgil Roma e Lazio e dall’Anpi, e a cui hanno aderito hanno aderito diverse sigle tra le quali Pd, Potere al popolo, Liberi e uguali, Rete degli studenti, Acli, Aned, Arci, Libera, Associazione per il rinnovamento della sinistra, Articolo 21, Cisl, Libertà e Giustizia, Comitato Dossetti per la costituzione e L’altra Europa.

Una manifestazione voluta per presidiare un territorio dove le bande di neofascisti la fanno da padrone, tanto che Azione Frontale lo scorso anno tappezzò la borgata con manifesti per boicottare i negozi degli immigrati e ieri, dopo aver postato su Facebook le foto delle scritte inneggianti al fascismo che campeggiano nel quartiere per dimostrare che Tor Bella Monaca è un loro «feudo», ha tenuto una fiaccolata all’interno del vicino parco di Torre Angela per chiedere di intitolare l’area a Giuseppina Ghersi, una bambina di 13 anni che sarebbe stata uccisa a Savona poco dopo la Liberazione da un gruppo di partigiani (la ricostruzione storica è controversa) ma sicuramente è stata molto usata nella propaganda neofascista. Tra i partecipanti, anche esponenti locali della Lega e di Fratelli d’Italia.

Così, mentre Camusso ricordava ai partecipanti al presidio (tra i quali il presidente del Pd Matteo Orfini, i parlamentari di LeU Loredana De Petris e Stefano Fassina, e l’ex partigiana Tina Costa) che «la responsabilità della politica, delle organizzazioni democratiche è di avere abbandonato le periferie e averle lasciate ai neofascisti» e che «la Cgil ha sedi in molti territori ma la politica deve tornare in queste zone», anche dall’altra parte della città l’estrema destra invadeva le strade. Nel quartiere Giuliano-Dalmata, infatti, CasaPound ha sfilato con la solita imponente coreografia fascio-ultrà «in onore dei martiri delle foibe» e, per quel che vale, il relativo video postato su Fb ha raccolto quasi 7 mila like in poco più di due ore (d’altronde, come ha notato il quotidiano britannico The Guardian qualche giorno fa, sia Forza Nuova che CasaPound hanno sui social media migliaia di followers in più del Pd).

«Il ministro dell’Interno sbaglia a sottovalutare quanto accade – ha ammonito Stefano Fassina – e ha sbagliato ha autorizzare il presidio dell’ennesima organizzazione fascista a pochi centinaia di metri da qui. Basta ambiguità, basta tolleranza, basta silenzi, basta indifferenza verso chi sta fuori dal nostro quadro costituzionale». In questa ottica è stata lanciata la campagna «Mai più fascismo» che raccoglie firme per chiedere di sciogliere le organizzazioni neofasciste e neonaziste «come già avvenuto in alcuni casi negli anni ’70».

È uno dei cinque punti proposti dal candidato di LeU Pippo Civati, segretario di Possibile, per un «piano nazionale antifascismo» che prevede anche «un osservatorio pubblico su fatti, fenomeni, gruppi e movimenti fascisti»; un piano formativo straordinario in ogni ordine di scuola»; l’«obbligo, almeno per i canali Rai, della produzione di programmi informativi sul tema»; e la rimodulazione delle pene per l’istigazione all’odio razziale e per gli hate speech.

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