Campana (Pd): «Il Ddl Cirinnà non può perdere l’anima di equità e giustizia»
Intervista Micaela Campana (responsabile welfare Pd): «Non sarà la ricerca della mediazione a tutti i costi a bloccarlo»
Intervista Micaela Campana (responsabile welfare Pd): «Non sarà la ricerca della mediazione a tutti i costi a bloccarlo»
Per il presidente del consiglio Renzi le unioni civili non sono più «rinviabili». Se non si raggiunge un’intesa nella maggioranza, liberi tutti e si vota a scrutinio segreto.
Onorevole Micaela Campana, responsabile Welfare del Pd, crede che questo approccio possa danneggiare la legge?
Penso che il presidente del Consiglio abbia detto con chiarezza da tempo, e ieri ancora di più, che è grazie al nostro partito che il paese è arrivato a un traguardo storico. Mancano poche miglia all’obiettivo e certamente lo raggiungeremo. Non ci sarà alcun liberi tutti, ma ascolto e rispetto reciproco. Non sarà la ricerca della mediazione a tutti i costi a bloccare la legge.
D’accordo, ma dipende anche dal tipo di legge che sarà approvata. La fretta, e le diverse interpretazioni sulle unioni civili, possono portare ad approvare un testo diverso dal Ddl Cirinnà.
Attualmente siamo in una fase in cui gli emendamenti sono stati depositati e giovedì 28 si andrà in aula al Senato. I nostri emendamenti vogliono dare un contributo positivo all’impianto della legge e saranno vagliati dal Parlamento. Le unioni civili sono un istituto distinto dal matrimonio che si àncora all’articolo 2 della costituzione. Rispettano la sentenza della Corte Costituzionale del 2010 che disciplina diritti e doveri di persone dello stesso sesso e formano una coppia. Come tale essa va riconosciuta e disciplinata. La legge manterrà l’orizzonte culturale proprio del Dna del Pd: costruire un paese più equo e più giusto per tutti.
Lei ha sostenuto che la maternità surrogata vada normata nella legge 40 non in quella sulle unioni civili. Ritiene che resteranno cose indipendenti?
La maternità surrogata è un tema dell’opinione pubblica e dev’essere trattato con assoluto rispetto. Visto che è un tema che agita e fa discutere il paese e riguarda – lo dicono le statistiche – in maggioranza le coppie eterosessuali e per una minor parte le coppie omosessuali, deve essere discusso nel suo alveo naturale: la legge 40. Farlo invece adesso, in questa legge, sarebbe inopportuno e riguarderebbe solo una parte del problema.
Alcuni senatori Pd hanno presentato sessanta emendamenti tra i quali c’è il divieto della maternità surrogata all’estero. Questa emendamento prevede ancora il carcere? Si parla di una versione «soft» del provvedimento. In cosa consiste?
Ribadisco che la linea è quella del testo depositato dal Pd che ha come unico obiettivo quello di dare massima tutela ai bambini e riconoscimento al progetto di vita delle coppie dello stesso sesso. Ogni modifica della legge 40 va discussa in quella sede. Con questa legge la maternità surrogata in Italia rimane vietata.
L’impianto del testo sulla «stepchild adoption» (adozione co-parentale) resterà immutato e non diventerà un «affido rafforzato» nel passaggio al Senato?
Bisogna partire dai diritti dei minori in un nucleo familiare. Questi bambini fanno già parte di queste famiglie. Dobbiamo interrogarci su come si tutelano. Ad oggi la forma di maggior tutela per questi minori è quella contenuta nel testo della legge. Nel testo rimandiamo all’articolo 44 della legge sulle adozioni, quello che parla di adozioni speciali. Questo articolo non riguarda l’adozione di bambini terzi, ma solo la possibilità di adottare il figlio del partner. Una possibilità già prevista nel nostro ordinamento che segue alle verifiche del giudice. Qualsiasi cosa accada al genitore biologico, il bambino potrà continuare ad avere una continuità di affetti e soprattutto doveri precisi da parte dell’altra figura adulta con il quale è cresciuto. La soluzione va trovata senza scendere sotto un livello minimo di garanzie e diritti nei confronti dei minori.
In questo momento come pensa che voterà il suo partito su questi emendamenti?
Sono convinta che ognuno si assumerà la responsabilità del proprio voto nella libertà di coscienza, ma proprio perché penso che siamo a un traguardo storico, tutti saranno ugualmente responsabili e faranno in modo che venga superato.
L’invito di Papa Francesco a non confondere le unioni civili con il matrimonio avrà un peso nella decisione dei cattolici Pd o degli alleati dell’Ncd?
Le unioni civili sono assolutamente distinte dal matrimonio. Nell’attuale testo è sottolineato già dal primo articolo nel rispetto della Corte e della nostra carta costituzionale. L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo e ora deve legiferare sui diritti e i doveri delle coppie omosessuali. Penso che questa legge non possa perdere la sua anima che è quella che riguarda l’architrave di un paese democratico: l’uguale accesso ai diritti per tutti i suoi cittadini.
Andrà oggi alla manifestazione #svegliaitalia di chi sostiene le unioni civili?
Si, sarò in piazza a Milano. Saranno manifestazioni che raccontano storie di vita e desiderio di uguaglianza da parte di chi fino ad ora ha vissuto da invisibile. E credo che sia un dovere ascoltare queste persone. Per questo ci sarò.
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