Cammariere tra i sessanta e il Brasile
Note sparse Esce «Io», il nuovo progetto del cantautore dove rielabora il repertorio del passato. Duetti con Gino Paoli e Chiara Civello
Note sparse Esce «Io», il nuovo progetto del cantautore dove rielabora il repertorio del passato. Duetti con Gino Paoli e Chiara Civello
Sempre fuori dalla pazza folla Sergio Cammariere. Lui e la sua musica – anche nelle occasioni più popular come i due Sanremo – sembrano refrattari alle mode. Ma senza snobismo. «Il fatto – spiega – è che mi sento più vicino alla scena cantautorale degli anni ’60». Io, il nuovo album appena pubblicato per Jando Music e Parco della Musica – un’operazione di repertorio con otto brani del suo passato e quattro inediti che permetterà a Sergio di presentarsi anche al di fuori dai confini nazionali ora che, sganciato dalle major, è tornato «indipendente»: «È il mio biglietto da visita per l’estero. In passato le etichette non me l’hanno permesso. Per una regolamentazione delle major, i guadagni erano minimi per il musicista e la label che preferiva quindi non investire…».
Nel cd alcuni punti fermi della sua produzione, con nuove sfumature e i preziosi ricami dell’orchestra d’archi di Paolo Silvestri, le note aggiunte della tromba di Fabrizio Bosso fra cui Tutto quello che un uomo, Dalla pace del mare l’ontano e ancora L’amore non si spiega con il suo testo impegnato e sentimentale. E poi due ospiti, Gino Paoli nell’inedita Cyrano e Chiara Civello impegnata sulle cadenze bossanova di Con te o senza te: «Gino è un uomo di ferro, non capisco come riesca fare tutte le cose che fa. Ho scritto la musica e lui ha aggiunto le liriche, quando mi ha mandato il testo ero in aeroporto, mi sono commosso. Lo abbiamo registrato in uno studio napoletano dopo un concerto. Chiara ha molte affinità con il mio repertorio, amiamo entrambi la musica sudamericana e le nostre voci stanno bene insieme. È un’artista versatile e suona bene diversi strumenti».
La passione per il Brasile e la canzone d’autore convivono in Chi sei, canzone di Toquinho con testo di De Moraes tradotto da Bardotti e Endrigo, inciso da quest’ultimo in un suo storico album del 1971: «Amavo moltissimo Sergio e ci siamo anche frequentati, una persona incredibile. Mi telefonò per ringraziarmi nel 2003 quando, dopo il terzo posto a Sanremo l’avevo nominato come uno dei miei mastri. La vicinanza con Paoli mi ha permesso di conoscere in profondità quegli anni e i suoi protagonisti: Tenco, Lauzi, Bindi insieme a personaggi come Nanni Ricordi. Ecco la mia storia è questa, mi sento vicino a quei cantautori e a quel tipo di sensibilità».
Lo stile di Cammariere ha attratto negli anni anche il mondo del cinema, diversi registi lo hanno chiamato: «Ho appena consegnato delle musiche per un documentario di Cosimo Damiano Damato dedicato alla figura di Don Gallo».
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