Cammariere folgorato sulla strada del pop
Note sparse Cambio di rotta per l'artista calabrese che dal jazz e la canzone d’autore si sposta - con «La fine di tutti i guai» - verso sonorità più leggere
Note sparse Cambio di rotta per l'artista calabrese che dal jazz e la canzone d’autore si sposta - con «La fine di tutti i guai» - verso sonorità più leggere
Le coordinate musicali dell’artista calabrese si sono sempre mosse nei confini tra jazz e canzone d’autore italiana, con predilezione particolare per i sessanta e la scuola genovese. Dischi raffinatissimi con qualche punta di inatteso successo commerciale – un terzo posto sanremese, ma senza mai cedere un’oncia di integrità e gusto per il bello e il raffinato. La fine di tutti i guai – il nuovo album – prodotto da lui stesso con Giandomenico Ciaramella e Aldo Mercurio su testi del fido amico Roberto Kunstler – cambia un po’ le carte in tavola perché per la prima volta Sergio Cammariere si confronta con il pop, seguendo «il tema dell’amore – spiega – come sentimento al quale non si può resistere, disperato e piacevole». Nulla che scimmiotti la scena radio friendly – per carità – piuttosto un concentrato di pop dal gusto americano diluito in undici canzoni garbate e ’adulte’. La title track – poi – è accompagnata da un videoclip animato, diretto da Cosimo Damiano Damato, dove Cammariere versione tassinaro gira per Roma scarrozzando iconiche stelle: Fellini, Totò, Pasolini, Marilyn.
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