Economia

Calenda: dal libro Cuore a Renzi, via Montezemolo

Calenda: dal libro Cuore a Renzi, via MontezemoloCarlo Calenda nel 1983: interpretò Enrico Bottini nella fiction girata dal nonno Luigi Comencini

Il nuovo ministro dello Sviluppo L'esordio in una fiction nel 1983, con il nonno Comencini. Poi la Confindustria, Monti e Letta, fino a succedere a Federica Guidi

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 11 maggio 2016

Il nuovo ministro dello Sviluppo Carlo Calenda si fa conoscere dal grande pubblico già nel 1983, a soli dieci anni: esordisce con il ruolo di Enrico Bottini in una popolare fiction sul Libro Cuore interpretata da Johnny Dorelli e Giuliana De Sio. Viene scelto dal regista, il nonno Luigi Comencini: la mamma Cristina, anche lei regista, forse sogna per lui una carriera nel cinema. Ma più che il desiderio di recitare, in Carlo rimane impresso il personaggio di Enrico, ligio e studioso: decide di seguire le orme del padre, l’economista Fabio, esperto di banche. Anche il nonno paterno, Carlo, ha un curriculum importante: aristocratico napoletano e diplomatico, è capomissione in Libia durante l’insediamento di Gheddafi, poi consigliere per gli affari esteri di Sandro Pertini al Quirinale.

Laureato in giurisprudenza, Calenda approda nel 1998 alla Ferrari come responsabile relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie, poi passa a Sky nel ruolo di responsabile marketing. La sua figura è molto apprezzata da Luca Cordero di Montezemolo, tanto che quello che un tempo era stato il pupillo della famiglia Agnelli lo vuole in Confindustria quando ne assume la presidenza, dal 2004 al 2008: viene nominato assistente del presidente e poi direttore dell’area strategica e affari internazionali.

Calenda intreccia amicizie importanti, come quella con il costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone e con un altro esponente di spicco della dinastia Agnelli, Lapo Elkann. Dopo l’esperienza in Confindustria, il neo ministro dello Sviluppo è nominato consigliere in Ntv, la creatura ferroviaria di Montezemolo e Diego Della Valle, e successivamente direttore generale di Interporto Campano e presidente di Interporto Servizi Cargo.

Ma il suo futuro, più che nella grande azienda, è nella politica. Il battesimo avviene grazie a Montezemolo, quando viene nominato coordinatore politico dell’associazione Italia Futura, il think tank messo su dall’imprenditore per una (mai avvenuta) discesa in campo. È tra i firmatari, quindi, del manifesto politico Verso la Terza Repubblica, accanto (tra gli altri) all’ex segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.

Insieme a Montezemolo, Calenda è tra i sostenitori di Scelta civica, movimento fondato dall’ex presidente del consiglio Mario Monti, e nel 2013 è candidato alle elezioni politiche nella lista del nuovo partito. Ma non verrà eletto.

Gli dà una nuova occasione il premier Enrico Letta, che il 2 maggio 2013 lo nomina viceministro allo Sviluppo economico, incarico in cui verrà confermato quando la campanella di Palazzo Chigi passerà dalle mani di Letta a quelle di Matteo Renzi. Nell’attuale governo, Calenda ha avuto anche la delega al commercio estero.

Nel febbraio 2015, insieme ad altri esponenti di Scelta Civica, dichiara concluso il progetto del suo partito e aderisce al Pd. Ultimo atto prima della nomina a ministro: nel gennaio 2016 Renzi lo nomina rappresentante del governo a Bruxelles. La decisione provocherà la reazione stizzita di oltre 200 diplomatici, che scrivono al premier: a quel ruolo preferirebbero fosse destinato, come da tradizione, un loro collega ambasciatore.

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