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Calcio scommesse, la ‘ndrangheta scende in campo. 50 nuovi arresti

Calcio scommesse, la ‘ndrangheta scende in campo. 50 nuovi arresti

Calcio L’ombra della ’ndrangheta sulle partite di Lega Pro e serie D. Finanziatori dalla Russia, Serbia e Kazakistan. il capo d’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 maggio 2015

Dirty Soccer, un nuovo romanzo criminale. Così scrive nel provvedimento di fermo il procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, a proposito della nuova sezione dello scandalo calcioscommesse, che da quattro anni copre di ridicolo il calcio italiano. In pochi giorni da Nord a Sud, da Cremona al capo degli zingari Ilievski che si costituisce raccontando delle partite truccate assieme alla sua organizzazione, complici alcuni calciatori e dirigenti, ora si va in direzione Sud.

Stavolta si tratterebbe di gare (29 nella stagione 2014/2015, secondo la procura di Catanzaro) accomodate in Lega Pro e Serie D (e ci sono stati abboccamenti anche in B e nella Coppa Italia). Fermate 50 persone, una retata tra allenatori, dirigenti, presidenti di club, finanziatori da Russia, Kazakistan, Serbia, anche un poliziotto. Arresti e perquisizioni in 21 province italiane, tra Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia; il capo d’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.

A una decina di indagati viene contestata anche l’aggravante di aver aiutato un’organizzazione mafiosa. E ci sarebbero almeno cinque latitanti, oltre a settanta indagati. Con il procuratore della Figc Stefano Palazzi che ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta. Ed è stata accertata anche l’esistenza di due diverse associazioni criminali in grado di alterare risultati degli incontri. La prima fa capo a Pietro Iannazzo, punta dell’iceberg della ’ndrangheta di Lamezia Terme, secondo gli inquirenti un pezzo di mafia «imprenditrice», che aveva contatti con il presidente del Neapolis, Mario Moxedano (arrestato assieme al figlio Raffaele, calciatore del club) e con il direttore sportivo del Monza Antonio Ciccarone (anche lui arrestato), considerati i promotori e organizzatori di un sistema criminale che portava al pilotamento delle partite della Lega Nazionale Dilettanti.

Dall’intercettazione delle sue conversazioni – era stato arrestato una settimana prima – è arrivato il via all’inchiesta. Perché la ’ndrangheta si interessa al calcioscommesse? Consenso, pubblicità, ha spiegato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria al programma di Radio 24, Mix 24. L’altra organizzazione criminale interessata all’affare delle gare truccate ruota attorno alla figura Fabio Di Lauro, ex calciatore, «unico rappresentante in Italia degli interessi dei signori delle scommesse dell’Est Europa», scrive il pm di Catanzaro, Lombardo. Di Lauro è particolarmente legato a Ercole Di Nicola, il direttore sportivo de L’Aquila. Uno dei 30 club coinvolti dal filone, assieme a Pro Patria, Barletta, Brindisi, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.
Mentre le indagini sono ancora in corso praticamente in tutta Italia, dalla Calabria a Milano. Non solo partite comprate ma anche soldi, fino a 150 mila euro, per acquistare informazioni dai club che aveva dritte sicure su partite accomodate. In alcuni casi ci sarebbero state aste per l’appalto su queste gare tra gruppi italiani, maltesi, slavi.
E nell’inchiesta non mancano minacce (viene contestato anche il sequestro di persona) dirette o a familiari, in caso di mancato rispetto dell’indicazione del gruppo. La posta in palio era alta, così come la possibilità di centrare il bottino pieno. Come ha ricordato il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, le partite di serie D non sono coperte dalle tv e le scommesse legalizzate sulla categoria ha complicato ulteriormente la situazione.
Anche perché, il pensiero del presidente dell’Associazione italiana allenatori Renzo Ulivieri, la Lega Pro e la D sopravvivono tra debiti, stipendi non pagati. Il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio ha detto che il pallone italiano è parte lesa, che lui era contrario alla quotazione delle partite delle leghe inferiori. Insomma, a posteriori tutti dicono che serve una riforma del sistema di scommesse.
Anticorpi contro il malaffare. Come in tutti i segmenti del calcio italiano che imbarca figuracce quotidiane. Altro che rinascita con la Juventus finalista in Champions League. Anche se il sistema delle partite truccate operava anche fuori confine, toccando altri sport. Rumors su partite degli Internazionali d’Italia di tennis, di basket. Intanto il fronte anti calcioscommesse si allarga. Sei avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati dalla Digos di Brindisi a un ex presidente del Brindisi Calcio, Roberto Quarta, ad alcuni tesserati e a esponenti della tifoseria ultrà locale. Un’inchiesta che riguarda due presunti tentativi di combine e una serie di condotte intimidatorie verificatesi negli anni passati. Prassi consolidata su tanti altri campi di calcio italiani.

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