Calcio e proteste, il Brasile in piazza
Brasile Alla vigilia del Mundial, non si fermano le proteste contro l'espulsione di 250.000 persone dai terreni per gli stadi e contro gli 8.200 milioni di euro che potevano essere usati per case, scuole e ospedali. Sospesa per ora lo sciopero delle metropolitane di San Paolo
Brasile Alla vigilia del Mundial, non si fermano le proteste contro l'espulsione di 250.000 persone dai terreni per gli stadi e contro gli 8.200 milioni di euro che potevano essere usati per case, scuole e ospedali. Sospesa per ora lo sciopero delle metropolitane di San Paolo
Calcio e proteste: i movimenti sociali levano la loro voce contro gli sprechi, la corruzione e la mercificazione della vita, e avanzano lo slogan: «Copa sem povo, tô na rua de novo», Coppa senza popolo, siamo in piazza di nuovo. Per ogni mondiale vinto, un tema da rivendicare: casa, trasporti pubblici, sanità, educazione, giustizia. In quest’ultima casella, si deve intendere il rifiuto della violenza militare, che si scatena contro i quartieri emarginati (le favelas), teatro di abusi impuniti e rivolte. Un ulteriore tema di peso, la protesta contro l’espulsione dei venditori informali dai perimetri adiacenti agli stadi. Le manifestazioni del Movimento lavoratori senza tetto (Mtst) denunciano l’espulsione di circa 250.000 persone dai terreni interessati al business degli stadi.
Le spese per il Mondiale – dicono – ammontano a circa 8.200 milioni di euro: soldi che avrebbero potuto essere impiegati per costruire più case, scuole e ospedali e non per accrescere i profitti delle grandi imprese, finanziate col denaro pubblico. Le privatizzazioni di beni e servizi, dilagate negli anni del neoliberismo di fine secolo scorso, hanno tolto allo stato la capacità di controllo sulle speculazioni e le inefficienze che gravano sulla vita dei brasiliani con meno risorse. Nonostante la campagna per la sicurezza sul lavoro, lanciata dal governo, aumentano gli incidenti sui cantieri. Durante la costruzione dei 12 stadi per il Mondiale sono già morti otto lavoratori.
Gli operai della metropolitana di San Paolo sono scesi in sciopero la settimana scorsa, minacciando di lasciare a piedi i visitatori del Mondiale (si prevede l’afflusso di tre milioni di brasiliani e 600.000 stranieri). Ai cinque giorni di proteste, il governatore di San Paolo, il conservatore Geraldo Alckmin, ha risposto con manganellate e gas lacrimogeni, denunce e licenziamenti di oltre quaranta lavoratori. Lo sciopero «è abusivo», ha dichiarato, forte di una decisione del Tribunale regionale del lavoro dello stato di San Paolo, che ha aumentato le multe a 500.000 reais (circa 160.000 euro) per ogni giorno di sciopero aggiuntivo.
Il governatore sta «buttando benzina sul fuoco», ha affermato il presidente del sindacato dei lavoratori del metro paulista, Altino Prazeres, rispedendo la multa al mittente. Intanto, in altri quartieri di San Paolo, il Movimento dei lavoratori senza tetto e quello per il Pase Libre (Mpl) hanno organizzato altre marce di protesta, bloccando con barricate i quartieri limitrofi agli stadi. Il governo di Dilma Rousseff, che ha risposto alle manifestazioni con la disponibilità ad ascoltare «la voce della strada», ha facilitato il tavolo di trattativa anche con i lavoratori della metropolitana di San Paolo.
Lo sciopero è stato sospeso, ma gli operai hanno promesso di incrociare nuovamente le braccia domani e di bloccare la giornata inaugurale della Coppa del mondo (che avrà luogo a San Paolo), se le loro rivendicazioni non saranno soddisfatte. In caso di sciopero, per arrivare allo stadio – un tragitto che in giorni tranquilli può essere di 50 minuti circa e costare 90 reais (40 dollari) – ci vorranno circa due ore e mezza e un costo di 150 reais. Il sindacato dei trasporti metropolitani ha inizialmente chiesto un aumento del 16,5%, poi ridotto al 12,2%. La società dei trasporti si è dichiarata disponibile a trattare fino a un massimo di 8,7 %. Secondo l’Mtst, la costruzione dello stadio Corinthians nella zona della Itaquerao ha rivalutato i terreni.
Negli ultimi sei anni, gli affitti sono aumentati di circa 165% e gran parte della popolazione senza garanzie è stata espulsa dai quartieri. In contropartita, il Movimento dei senza tetto chiede che vengano costruite case popolari. Il governo ne ha promesso 2.000, insieme a un tavolo di trattativa sui conflitti di quartiere e all’impegno per limitare la repressione militare nelle favelas.
A chi giova la Coppa delle coppe? Ai valori della pace, della concordia e della tolleranza, ha scritto la presidente Dilma Rousseff in una lettera pubblica ai brasiliani, invitandoli a godersi i Mondiali. Una Coppa per l’inclusione e «contro tutte le forme di discriminazioni» . E il suo predecessore Lula da Silva, che la sostiene nella campagna per le presidenziali del 5 ottobre, ha ricordato gli innegabili progressi sociali compiuti dal Brasile per impulso del Partito dei lavoratori (Pt) e i benefici ricavati dai Mondiali.
Il biglietto per gli stadi costerà la metà per gli anziani e gli studenti. Chi usufruisce degli aiuti previsti del progetto Bolsa Familia ha a disposizione 261.000 biglietti a presso ridotti, 2.000 sono a disposizione per i popoli indigeni che, recentemente, hanno fatto sentire la propria voce a colpi di freccia per chiedere maggior chiarezza nella demarcazione delle loro terre ancestrali. Altri 50.000 biglietti sono stati distribuiti gratuitamente ai lavoratori che hanno partecipato alla costruzione degli stadi. «Il governo del Pt – ha detto il teologo della Liberazione Frei Betto – è stato un governo madre per i poveri e padre per i ricchi, ma non ha promosso la partecipazione politica dei movimenti sociali e sindacali».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento