Squalifiche pesanti e multe. Il processo sportivo per i casi-plusvalenze si apre con le marce alte, con l’accusa che ha chiesto l’inibizione per 12 mesi a carico di Andrea Agnelli, presidente della Juventus e di 11 mesi per Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli. Parte così l’affondo della Procura generale della federcalcio nel processo per l’alterazione del valore sportivo di alcuni calciatori coinvolti in scambi di mercato. Sul tavolo della procura ci sono gli affari su 50 calciatori tra il 2019 e il 2021 (circa dieci i casi scottanti in Serie A), che avrebbero inciso sui conti di 11 società: in A, oltre a Juve e Napoli, anche Genoa, Sampdoria ed Empoli, poi Parma e Pisa in B – che non rischiano l’esclusione dal torneo, un pericolo concreto sino a ieri perché secondo l’accusa l’ipervalutazione delle plusvalenze avrebbe poi consentito a Parma e Pisa l’iscrizione al campionato -, poi Pescara e Pro Vercelli, in C.

DUNQUE per ora non c’è altro rischio che una lunga squalifica per i numeri uno di Juve e Napoli, con la società bianconera che vede implicato anche il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex direttore sportivo del club, Fabio Paratici (ora al Tottenham), per cui sono stati richiesti 16 mesi di inibizione, firmatario di 32 contratti dal valore decisamente alterato secondo i giudici. Per Juve e Napoli è stata richiesta anche una multa salata, 800 mila euro per i torinesi, circa la metà a carico del club campano, ma ci sono ammende richieste anche per l’ex patron del Genoa, Enrico Preziosi. L’inchiesta sul caso plusvalenze ha portato a diverse perquisizioni della Guardia di Finanza tra novembre e dicembre, volute dalla Procura di Torino su indicazione della Consob. Valutazioni gonfiate fino a 70 volte il valore di mercato, all’indagine si è poi unita anche la Procura di Milano, che ha analizzato una serie di operazioni, tra cui il passaggio del centrocampista Miralem Pjanic dalla Juventus al Barcellona. Ha fatto discutere anche il trasferimento dal Lille al Napoli dell’attaccante Victor Osimhen.

I tempi del processo dovrebbero essere particolarmente veloci, anche grazie al nuovo Codice di giustizia sportiva varato dalla Federcalcio: dopo il primo grado, la sentenza della Corte sportiva d’appello è attesa già per metà maggio o comunque prima della fine della stagione agonistica, per poi attendere l’ultimo grado sportivo, davanti al Collegio di garanzia, al Coni.