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Calano i ricoveri, ma crescono tra i bimbi

Calano i ricoveri, ma crescono tra i bimbi

Covid-22 192 mila nuovi casi e 380 decessi

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 20 gennaio 2022

Il bollettino del giorno mostra numeri contraddittori come avviene spesso quando si avvicina il picco di un’ondata. Ci sono 192 mila nuovi casi, in linea con i giorni precedenti, e 27 persone in meno ricoverate in terapia intensiva. Ma crescono le persone ricoverate (+52) e rimangono elevati i decessi: ieri sono stati 380 e l’indicatore è destinato a salire almeno per un po’ anche quando i contagi inizieranno a calare sul serio. Ancora alto, anche se non sui livelli record di ieri, il numero di tamponi effettuati: quasi 1,2 milioni.

Il diverso andamento dei ricoveri tra pazienti gravi e non potrebbe spiegarsi con l’alternanza delle varianti, secondo Clelia Di Serio, ordinaria di Statistica medica all’università Vita-Salute di Milano: «La maggioranza dei pazienti in intensiva sono colpiti dalla variante Delta e sono in gran parte non vaccinati – spiega Di Serio – mentre la Omicron nella gran parte della popolazione, che è vaccinata, difficilmente porta a polmonite con la necessità di ricovero in intensiva. Dunque, man mano che prevale Omicron, calano i ricoveri in intensiva». Secondo i dati raccolti nei 20 ospedali-sentinella dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), nei reparti di rianimazione il 62% dei ricoverati non è vaccinato. La stessa Fiaso fa sapere che complessivamente un terzo dei ricoverati positivi è in ospedale per altre patologie. In terapia intensiva, i «positivi con Covid» e non «per Covid» sono solo il 10%. Nel campione, aumentano del 27,5% in una settimana i ricoverati under 18. Un terzo di loro ha meno di 6 mesi e circa il 7% sono in terapia intensiva.

Scoppia intanto un caso all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. L’ospedale ha annunciato che i pazienti non vaccinati dovranno attendere prima di sottoporsi a interventi «non urgenti». «Lo facciamo per la loro sicurezza» spiega il direttore sanitario del gruppo San Donato Fabrizio Pregliasco. «L’indicazione data ai medici è di fare una valutazione complessiva su rischi e benefici dell’operazione per paziente. Nel caso dei fragili e dei non vaccinati, in questo momento i rischi potrebbero essere maggiori». (an. cap.)

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