Calabria, crolla il viadotto della grande incompiuta
Italia Tragedia sfiorata sulla Sila-Mare. Il ponte di Longobucco era stato chiuso al traffico appena mezz’ora prima
Italia Tragedia sfiorata sulla Sila-Mare. Il ponte di Longobucco era stato chiuso al traffico appena mezz’ora prima
È una delle “incompiute di Calabria”. Anzi è l’incompiuta per eccellenza. Perché la Sila-Mare non è una strada qualunque. È la madre delle opere iniziate e mai completate. Ventitré in tutta la Calabria. Un’enormità. Malgrado una barca di soldi spesi. E, quando nel tardo pomeriggio di martedì, il ponte di Longobucco si è sbriciolato dopo una pioggia, neanche tanto consistente, la rabbia è montata eccome.
La strada è in costruzione da 30 anni ed è già costata 80 milioni. Il ponte era stato inaugurato appena dieci anni fa. Marchiano esempio di una regione rosicchiata da decenni d’incompetenza e opportunismo. Il viadotto crollato era stato chiuso mezz’ora prima. Da una prima ricostruzione sembra che i continui smottamenti causati dai detriti trasportati dalla piena del fiume Tronto, che sono andati a impattare sui piloni del viadotto, abbiano causato il crollo. Mezz’ora dunque. Appena una manciata di minuti ha separato la vergogna di oggi dalla tragedia che si sarebbe potuta consumare ieri l’altro.
Il crollo di un muro di contenimento a circa 500 metri dal ponte, aveva determinato l’inibizione al traffico della strada decisa da Anas. La chiusura tanto casuale quanto tempestiva della strada ha evitato i morti. Ma non cancella il rossore sconcertante per una Calabria che cade a pezzi.
Ventitré opere, specchio di inefficienza e incapacità. Il cui valore ammonta ad oltre 168 milioni. Tra queste, andando a sfogliare nell’anagrafe (pubblica) delle opere incompiute della regione, spicca l’adeguamento della strada panoramica Rosarno-Pizzo per il quale è prevista una copertura di ben 30 milioni. C’è poi lo scandalo della “Trasversale delle Serre”, anch’essa progettata con la banale ambizione di collegare la montagna al mare e in perenne costruzione da tempo immemorabile.
La Sila-Mare, invece, sulla carta è lunga circa 40 chilometri. In tre decenni ha drenato già 80 milioni senza arrivare mai alla sua conclusione. Neppure il tracciato definitivo è ancora certo, perché ancora si discute se debba terminare in un comune piuttosto che in un altro. A gestire l’opera è l’Anas, mentre la regione ha finanziato l’intervento. In questo “sfasciume pendulo sul mare” (come Giustino Fortunato prima e Piero Calamandrei e Giorgio Bocca poi, ebbero a definire la Calabria, per le condizioni idrogeologiche e la malapolitica) si muove l’attività investigativa della procura di Castrovillari. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo al fine di risalire alle eventualità responsabilità. In tanti, storicamente, avevano contestato la realizzazione della strada lungo il letto del torrente ma rimasero inascoltati.
Tra questi, il sindaco di Longobucco Giovanni Pirillo secondo il quale: «Questa strada non doveva essere costruita così». Il primo cittadino parla di «avvisaglie avvenute già in passato» in più punti. «Il Trionto non accetta questa strada per come è stata progettata. Non credo che i cittadini si sentiranno sicuri nel percorrerla».
Una cosa è certa. L’evento di oggi rischia di tradursi in una paralisi dei lavori. E la Sila- Mare si avvia a diventare l’incompiuta definitiva.
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