Caccia, finita la stagione evitiamo spari tutto l’anno
Wwf Il 31 gennaio si è chiusa, almeno sulla carta, la stagione venatoria 2023/24. Scriviamo «sulla carta» perché per alcune specie la caccia si prolungherà anche nei primi giorni di febbraio
Wwf Il 31 gennaio si è chiusa, almeno sulla carta, la stagione venatoria 2023/24. Scriviamo «sulla carta» perché per alcune specie la caccia si prolungherà anche nei primi giorni di febbraio
Dopo 5 lunghissimi mesi di caccia e milioni e milioni di animali uccisi, il 31 gennaio si è chiusa, almeno sulla carta, la stagione venatoria 2023/24. Scriviamo «sulla carta» perché per alcune specie la caccia si prolungherà anche nei primi giorni di febbraio.
Si è partiti a inizio settembre con una serie di giornate di caccia, anche su specie in declino, anticipate rispetto all’avvio ordinario fissato dalla legge alla terza domenica di settembre: il solito «regalo» ai cacciatori da parte delle Regioni, nonostante si arrivasse da una stagione estiva particolarmente stressante per la fauna a causa del forte caldo, della siccità e dei tanti incendi.
La scarsa vigilanza sul territorio, legata ai numeri estremamente esigui di soggetti deputati al controllo per la cancellazione delle Polizie provinciali, le tante incombenze per i Carabinieri-Forestali e gli ostacoli posti alla vigilanza volontaria, ha ovviamente comportano l’aumento dell’illegalità venatoria, come dimostra l’esperienza del Centro Recupero Animali Selvatici Wwf di Valpredina, nelle prealpi bergamasche, che tra settembre e dicembre 2023 ha curato quasi 600 animali, compresi quelli protetti, colpiti dalle doppiette.
Come ogni anno, la stagione è stata poi funestata da morti e feriti legati alla caccia. Tra le vittime anche persone del tutto estranee all’attività venatoria come la bambina di tre anni ferita al volto vicino Arezzo, il giovane agricoltore colpito in più parti del corpo in Abruzzo o il ciclista raggiunto da una fucilata vicino Alessandria.
Eppure, nonostante la situazione sia già molto grave, Governo e Parlamento fanno a gara per stravolgere i pochi vincoli posti a tutela della fauna, a tutto vantaggio dei bracconieri e in spregio alla Costituzione, all’Europa e a quanti vorrebbero veder applicato il principio in base al quale la fauna è un bene indisponibile dello Stato e non una merce di scambio a disposizione dei cacciatori e soprattutto dei loro politici di riferimento.
Mentre l’Europa chiede maggiori controlli e sanzioni efficaci, la politica è impegnata da mesi a eliminare ogni misura di protezione degli animali selvatici: dopo avere depotenziato Ispra, affidando il ruolo di esprimere pareri scientifici ad un organo politico, e dopo aver addirittura modificato il codice del processo amministrativo per impedire ai giudici di sospendere la caccia anche nei casi più urgenti, la maggioranza di governo è pronta a fare approvare una proposta di legge che apre alla caccia 7 giorni su 7 ed elimina le più importanti sanzioni contro i bracconieri. Una vera e propria inversione rispetto ai dettami legislativi considerato che la caccia – che la maggior parte degli italiani vorrebbe comunque abolire –andrebbe esercitata solo fino a quando non compromette la tutela delle specie animali
Ad oggi, di modifica in modifica, si sta invece arrivando alla completa deregolamentazione del settore a tutto vantaggio di criminali, come bracconieri e trafficanti, che continueranno a violare la legge nella consapevolezza di non rischiare nulla. A questa deregolamentazione devono essere i cittadini amanti della natura e degli animali a porre un freno prima che la politica ci porti su una strada senza ritorno.
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