Il sito ufficiale della Provenza, testualmente e onestamente scrive «Cannes non eccelle per originalità, quanto per opulenza e vistosità». Dunque, agli amanti del cinema, spente le luci in sala o durante una giornata in cui il programma del Festival nulla offre loro, non resta che deambulare lungo la Croisette? Si rassicurino, le alternative esistono. Anche per pranzare o cenare a prezzi moderati. Fate due passi, discosti dalle strade più fitte di turisti, e fermatevi ogni volta che apparirà uno dei tanti muri dipinti seguendo, è ovvio, il tema del cinema. Incontrerete Buster, Marylin, il «marsigliese» Delon… Le buone forchette avranno due obbiettivi: la rue Meynadier, ricca di effetti speciali per palato e olfatto grazie alle botteghe di formaggi, dolci, specialità provenzali, vini; il mercato Forville, che manda in scena le star delle erbe aromatiche, l’olio, la frutta, i banchi di pesce.

Lì troverete la menta, il basilico, il peperoncino così cari allo scrittore Jean Claude Izzo, e lì assaggerete i biscottini all’anice, meno fighetti delle madleinettes proustiane.
Carnot è una larga via distesa per quasi tre chilometri, disegnata da palazzi e ville liberty, art deco, nouveau. Non limitatevi a uno sguardo d’insieme, e invece soffermatevi sulle decorazioni dipinte o scolpite, infilatevi con garbata noncuranza nell’atrio di un portone. Un bel cast di celebrità passate a miglior vita conta il cimitero del Grand Jas, 1866, analogo, per «ospiti», al romano e acattolico cimitero di Testaccio. Accoglie, infatti, le cappelle delle facoltose dinastie locali e gli stranieri che, arrivati a Cannes, non l’hanno più lasciata. Riposano nel Grand Jas, fra i tanti, l’attrice Martine Carole, l’attore e cantante Georges

Guétary, gli scrittori Klaus Mann e Prosper Mérimée, il drammaturgo Eugène Brieux, la ballerina Olga Khokhlova, il poeta irlandese William Bonaparte Wyse.
Storia, leggende e natura vanno in scena sulle isole di Lerins. Attrezzatevi per un pranzo al sacco, poiché, stando a nostri ricordi abbastanza freschi, i ristoranti di Sainte Marguerite e Saint Honorat non brillano per cibo e conto finale. Sainte Marguerite deve la sua fama al mito della Maschera di Ferro; alle rovine celtiche, romane e medioevali; alla rocca fortificata che ospita il Museo del Mare, ai profumi intensi della sua vegetazione. Personalmente amiamo di più Saint Honorat, sede di un’abbazia del Quinto Secolo retta dai Cistercensi, che dalla coltivazione delle vigne traggono un nettare di tutto rispetto. I monaci propongono visite guidate del complesso religioso per apprezzarne fino in fondo le vicende e l’arte.

Il carnet del buon mangiare e bere conferma alcuni indirizzi dello scorso anno, segnalati sempre in occasione del Festival, e ne aggiunge di nuovi. Nel primo caso, rinnovata fiducia va a Le jardin secret, 2 rue des Frères, 04/93387263, scenografie orientali, verde, tavoli ben distribuiti e illuminati da candele, accolgono per un vino, un tè, un cocktail, piccoli piatti ben cucinati e originali, 12/18 euro; a La Meissounière, 15 rue du 24 aout, 04/93383776, cucina francese e buone proposte in wok dalla cucina asiatica, si pranza con meno di venti euro; a L’assiette provençale, 9 quai Saint Pierre, 04/93385214, Vieux Port, due menu degustazione di carne o di pesce a 24 e 29 euro, cucina squisita, servizio attento, posto piacevole, prenotare; a Le Fish and Chips Cannes, 2 place du marché Forville, 04/93995594, per dieci euro, consumazione sul posto o take away, pesce croccante e chips fritte sul momento, più una buona birra.

Novità sono l’Absinthe Bar di Antibes (una decina di chilometri da Cannes), 25 cours Masséna, cantina accanto al mercato coperto, dove regna l’assenzio in mille varianti, accompagnato da musica live; bouillabaisse magistrale a Le caveau 30, 45 rue Felix Faure. tel. 04/93390633, 30/35 euro badando ai vini, ambiente Belle Epoque; Le restaurant Arménien, 82 boulevard de la Croisette, tel. 04/93940058, come da nome ha menu armeno esuberante di portate fredde e calde, sui 35 euro. «Non chiedere ciò che puoi fare per il tuo paese. Chiedi cosa c’è a pranzo», affermava, cinico, Orson Welles. Rendetegli omaggio a Cannes anche da parte nostra.

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