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Buon compleanno Blob, con Grifi

Vaiviaviva Alcuni scritti di Alberto Grifi del '90 su Blob e la "Verifica incerta"

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 17 maggio 2014

Buon compleanno Blob!!! Specchio dadaista della realtà deforme !!!Grazie di esistere e di farci pensare e ridere !!! perché è sempre necessario ridere per vivere nell’assurdità dell’essere…e certa di far cosa gradita ho ritrovato alcuni pezzi scritti da Alberto Grifi negli anni ‘90 su Blob :”con Gianfranco Barucchello nel ‘65 proiettammo a Parigi per la prima volta “Verifica incerta “ e Marcel Duchamp, Max Ernst e Man Ray, che si divertirono moltissimo ,ci dissero in uno slancio di simpatia:’è il film che avremmo voluto fare noi!’. Molti anni dopo Marco Melani mi raccontava che con Ghezzi e altri che ancora non conoscevo stava per mettere in moto l’operazione “Blob” in TV, gli girai, un po’ come testimone di staffetta, la stessa frase e l’entusiasmo col quale Gianfranco ed io eravamo stati così calorosamente investiti dai grandi nonni dell’avanguardia storica.

Già ce lo immaginavamo , e ne ridevamo eccitati, un commando di dissacratori a frugare di nascosto, come io avevo già fatto molti anni prima, nei cestini degli scarti delle moviole della rai; e che poi, di notte, li avrebbero riproiettati , questi incubi che i funzionari del Palazzo avevano cercato inutilmente di censurare…’Blob’ rispetto alla ‘Verifica’ avrebbe avuto a suo vantaggio almeno due formidabili differenze la prima è che quando la sperimentazione esce dal chiuso dell’operazione artistica e viene comunicata a un pubblico della portata televisiva , diventa un operazione politica.; la seconda è che il materiale che viene smontato e rimontato è costituito da un linguaggio che si modifica tutti i giorni, che si può inseguire, mettere in burla, stravolgere, lavorando sul suo stesso quotidiano…

quando sarebbe stato impensabile per burocrati e funzionari TV lasciar vedere che i giornalisti potevano ‘sbagliare’, ecco, mandare in onda quei pezzi di RVM scartati, i lapsus fino ad allora rigidamente censurati, che ascoltati freudianamente svelavano a volte ciò che la notizia nascondeva, dava l’occasione alla gente di pensare ciò che aveva sempre sospettato: che sì, è proprio vero! Ci sono le bugie di Stato contro la verità del popolo!….Ma ahi! Il potere fonda la sua capacità di riciclarsi in quei territori che gli sono ostili, facendo lavorare a suo favore proprio ciò che gli si oppone. Un certo giorno “Blob” comincia ad avere tanto successo, è tanto seguito, chi lo guarda trova finalmente un palcoscenico dove si riscatta il proprio disagio di spettatore, dove può far crescere il proprio spirito critico rispetto al grande spettacolo infarcito di cazzate che subisce tutti i giorni dalla “grande TV”. La audience sale. ‘Blob’ Diventa un salotto ambito, il salotto intelligente. E che c’è di meglio per esservi ospitati che esibire il passaporto della propria stupidità? Succedeva così di vedere, su altre reti, personaggi che s’impaperavano ( apposta?) leggendo le veline dei loro partiti e strizzando l’occhio alla telecamera:”questa la teniamo per Blob”. Si facevano deridere pur di sconfinare con la propria faccia nel campo del vicino, pur di occupare una poltrona fra gli schieramenti del nemico, sia pure per la breve durata di una papera.”

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