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Bulli e cyberbulli

I bambini ci parlano La rubrica settimanale in ascolto della voce dei piccoli. A cura di Giuseppe Caliceti
Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 agosto 2023

Mi raccontate con parole vostre il contenuto della lettura?
«Parla di internet, che è uno strumento che può essere usato bene o anche male». «Dava dei consigli su internet, su come navigare in rete. Io ci navigo in internet. Ho anche le chat per dialogare con i miei amici». «Internet lo puoi usare per informarti, per visitare dei luoghi lontani come una televisione, senza muoverti da casa». «Però ci sono anche delle persone che usano internet e il computer per fare del male, per imbrogliare gli altri, per farsi credere chi non sono veramente».

E cosa sono i bulli e il cyberbullismo?
«I bulli sono persone prepotenti, che cioè vogliono avere sempre ragione, vogliono avere sempre loro l’ultima parola, vogliono che si faccia sempre come vogliono loro. Prepotenti vuol dire anche che loro ti possono picchiare, ti prendono in giro, ti fanno stare male, non se ne fregano niente di te e dei tuoi sentimenti. A loro, ai bulli, piace solo fare i fatti loro e far star male gli altri perché se fanno piangere un bambino, per esempio, si sentono più forti di lui, si sentono più bulli». «I cyberbulli sono i bulli che ci sono in internet, sulla rete, bambini o anche ragazzi che si prendono in giro e fanno scherzi di cattivo gusto. Per esempio, nella scuola di mia sorella hanno fatto dei fotomontaggi con le facce di alcuni suoi compagni di classe per sfotterli, per prenderli in giro, ridere di loro. Poi hanno postato queste foto e tutti li hanno conciati così».

«Delle volte mettono la faccia tua e sotto un corpo nudo o mostruoso per prendere in giro un ragazzo o una ragazza, per farlo vergognare, per farlo piangere. È una cosa bruttissima. A un’amica di mia sorella, alle medie, hanno fatto questo brutto scherzo che poi non è un brutto scherzo ma proprio una violenza, una cosa molto cattiva. Hanno pubblicato le foto su Instagram hanno pianto, alcune».

«Internet si può usare però anche per giocare e parlare con i propri amici, per chattare o spedirsi dei vocali e a me piace molto e non può essere rovinato dai cyberbulli». «Anche quelli che nella chat dicono che i cyberbulli hanno fatto una cosa bella invece che brutta, oppure che ridono quando qualche cyberbullo fa lo scherzo cattivo a qualcuno, allora anche loro sono complici perché lo fanno felice, il cyberbullo, gli fanno credere che ha fatto una cosa bella, una cosa alla moda, una cosa che tutti devono avere paura di lui. Invece lui ha fatto solo una stupidata, dei dispetti, ha fatto piangere delle amiche o anche peggio».

Mi fate un esempio di bullismo e uno di cyberbullismo?
«Un esempio di bullismo è se c’è un bullo con la sua banda di complici, perché un bullo non è mai solo, ha sempre qualcuno che lo aiuta e ride e fa delle cattiverie insieme a lui, insomma, lui e la sua banda dicono a un ragazzo della scuola che lui deve portargli dei soldi, a loro, altrimenti lo picchiano, se non li porta il giorno dopo, lo picchiano. Ma non dei soldi per comperare qualcosa o perché loro gli vendono qualcosa, ma… come è scritto sul libro, insomma, dei soldi per i bulli». «Oppure ci sono dei bulli che pretendono un pezzo della tua merenda, se tu hai una buona merenda che piace molto anche a loro». «Non è uno scambio, è una prepotenza. Però chi deve dare i soldi o la merenda delle volte ha paura a dirlo alle maestre e ai maestri perché ha paura che dopo i bulli lo picchiano o lo prendono in giro ancora di più e allora stanno zitti o continuano a dargli dei soldi che prendono da casa, questo è successo in un cartone che io ho guardato».

«Invece quello che bisogna fare in questi casi è che bisogna avere il coraggio di dirglielo, alle maestre e ai maestri». «Nella nostra classe non ci sono bulli, maestro. Altrimenti sarebbe bruttissimo». «Anche per me non ci sono bulli da noi ma è vero che ci sono alcuni che hanno degli atteggiamenti un po’ da bulli. Sia maschio che femmina, dico. Perché per esempio se uno non vuol fare giocare a un gioco uno della classe perché gli sta antipatico, per me questo è già un po’ un atto di bullismo». «Invece un esempio di cyberbullismo può essere che su una chat che leggono tutti c’è qualcuno dei tuoi amici che scrive che sei brutta, cicciona e antipatica ed è come se lo avessero scritto sul muro delle scuola o detto in tv».

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