Un progetto, quello dell’assessore meloniano, che fa seguito a iniziativa analoga portata avanti dalla sua collega di giunta e di partito, Elena Chiorino, che due anni fa fece distribuire negli istituti superiori del Piemonte il fumetto «Foiba rossa», una graphic novel edita dalla casa editrice legata all’ultra destra, ferrogallico, e che, già allora, suscitò feroci polemiche per i molti errori storiografici riportati. Se nel 2020 lo stanziamento per l’iniziativa si aggirava intorno ai 10 mila euro, i manifesti di Marrone rientrano in un progetto per complessivi 31.114 euro e verranno affissi su tutti i muri del Piemonte. «Davvero si pensa di “discutere sul senso della convivenza” mostrando gli “altri” come mostri assetati di sangue italiano? Così abusa la storia chi governa la mia regione» commenta ancora Gobetti.
L’iniziativa oltre che dall’assessorato regionale all’emigrazione è sottoscritta anche dalla Fondazione «circolo dei lettori» il cui presidente, Giulio Biino, è stato nominato, pare, su indicazione proprio di FdI. «E dopo il fumetto del 2020 la Regione a trazione nera non perde il vizio ed esce con una locandina che ha l’aspetto di un manifesto di propaganda nazista. Le manipolazioni legate al Giorno del Ricordo continuano, impiegando denaro pubblico e utilizzando il Circolo dei Lettori», dichiara il Capogruppo della sinistra ecologista di Luv, Marco Grimaldi, in merito alla vicenda. «Testi e iniziative rigorosi e ben fatti, che facciano luce su quella fase della storia, ne esistono» prosegue Grimaldi «ma la destra non perde occasione per aggredire verbalmente e minacciare chi li promuove, siccome alla storia preferisce da sempre il revisionismo cialtrone».
Secondo la segreteria nazionale dell’Anpi: «questo manifesto dà la misura di un grottesco abisso di faziosità; da troppo tempo il 10 febbraio viene falsato e spesso falsificato da una squallida strumentalizzazione di quei drammi e da un’ossessiva e isterica campagna di destra all’insegna del nazionalismo e dell’irredentismo, nel silenzio delle gigantesche colpe del fascismo. Questo manifesto è una vergogna, altro che pacificazione!» conclude l’associazione partigiani.