Politica

Bufera a Portici, l’Udc candida la nipote del boss

Comunali La parente incensurata dell'ergastolano Vollaro nella lista alleata al giudice Marrone e a Sel

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 12 maggio 2013

Volano gli stracci nel centrosinistra di Portici, alla vigilia delle amministrative di maggio. A sparare una vera e proprio cannonata è l’ex sindaco Vincenzo Cuomo, neosenatore Pd: «Sono stato alla presentazione delle liste al comune. Ho visto facce che eravamo riusciti a mettere fortunatamente ai margini della vita politica cittadina. Mai e poi mai potrei immaginare di mettere la nipote del «Califfo», di Vollaro, in una lista. E se dovessi essere un magistrato, mi vergognerei di essere un magistrato che non si è accorto di una cosa simile». Succede infatti che il Pd con una serie di liste civiche, Pdci e Socialisti atici, sostiene Giovanni Iacone mentre Verdi, Sel, Udc, Psi e Idv appoggiano invece il giudice in servizio a pochi chilometri di distanza, a Torre Annunziata, Nicola Marrone. Nelle liste dell’Udc è stata inserita la ventenne Jessica Provisiero, il nonno è il boss Luigi Vollaro, detto ‘O Califfo, capostipite di un clan nato all’interno della Nuova famiglia di Carmine Alfieri, da trent’anni al 41 bis con due ergastoli per omicidio.

Sarebbe stato l’Udc Felice Calise a convincere la ragazza, con la fedina penale pulita ma priva di qualsiasi esperienza politica, a candidarsi. Naturalmente Marrone non si era accorto di nulla: «Si tratta di una lista che rientra nella gestione e nella autonomia politica del singolo partito» si difende il giudice ma ormai il guaio è fatto e le liste sono state presentate. Jessica Provisiero ha annunciato la sua rinuncia, evidentemente dietro pressioni, resta il fatto che può essere votata. «Verificherò cosa comporti questa rinuncia. Certo è che se questa persona venisse eletta, cosa che dubito visto il suo manifesto disimpegno, ne chiederò le immediate dimissioni» conclude Marrone.

Un imbarazzo non nuovo nel centrosinistra. Alle ultime politiche le polemiche erano esplose per Michela Rostan, coordinatrice dei Giovani democratici di Melito, neoeletta pd alla camera. Padre e zio sono stati soci in aziende di costruzione con Alfredo Cicala, ex sindaco del paese alle porte di Napoli negli anni novanta arrestato e condannato per associazione camorristica. Il suo ruolo era fare gli interessi politici e imprenditoriali del potente clan Di Lauro, quello cioè che controlla parte dello spaccio a Scampia e nell’area nord del capoluogo.

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