Una ventina, tra croniste e cronisti, con la scorta di primo livello; 180 sotto tutela. È la punta dell’iceberg di un clima orrendo e pericoloso che ha investito l’informazione. Accanto alla censura più classica, agli effetti omologanti delle concentrazioni editoriali, è da tempo entrata in scena la violenza. Giornaliste e giornalisti fatti oggetto di minacce e di aggressioni, di insulti e attacchi, di querele temerarie. È lo scenario che ci si presenta in quest’era di passaggio tra l’età analogica e quella digitale, dove il lavoro precario ha preso il sopravvento al punto da rendere debole ed esposta la categoria. Per...