«Comporre un’opera non è affatto un gesto generoso, un segno di apertura verso chi guarda o chi ascolta. Al contrario: è un puro e semplice atto di egoismo. È l’affermazione di una ferma e decisa volontà di espressione che non deve, non può, cercare alcuna forma di consenso. Se io scrivo un pezzo per orchestra o un lavoro teatrale per andare incontro al gusto di un pezzo di pubblico o di un settore della società non posso che fallire. Il mio lavoro deve innanzitutto piacere a me stesso, deve soddisfare la mia esigenza di coerenza. Se poi viene apprezzato o...