In Italia il suo nome non è molto conosciuto, e anche in Francia – suo Paese natale – Jean-Claude Brisseau è noto principalmente tra i cinefili, se non per aver fatto esordire nel suo Noces blanches, del 1989, Vanessa Paradis. Il prossimo gennaio sarebbe stata in programma alla Cinémathèque Française – in occasione dell’uscita in sala del suo ultimo film Que le diable nous emporte – una sua retrospettiva, sotto attacco di alcuni gruppi di femministe già da quando, a fine ottobre, è stata contestata quella dedicata a Roman Polanski. Brisseau è stato infatti condannato nel 2005 per delle molestie sessuali nei confronti di due attrici, e nel 2007 di una terza.

Intorno a Polanski e alla retrospettiva dei suoi film, la Cinémathèque aveva giustamente fatto quadrato e rifiutato ogni richiesta di cancellazione dell’evento, chiamandola in un comunicato «censura pura e semplice», riflettendo sul fatto che non era compito della Cineteca «collocare qualcuno su un qualsiasi piedistallo morale» e rivendicando il ruolo di conservazione e trasmissione dei film dell’istituzione.

È di ieri però il breve comunicato con cui la Cinémathèque annuncia che la retrospettiva sull’opera di Brisseau è stata rimossa da programma: «Nell’intento di calmare gli animi, il Presidente Costa-Gavras ha deciso di rinviare la retrospettiva dedicata a Jean-Claude Brisseau, originariamente prevista per il gennaio 2018. E spera che si possa tenere il più presto possibile, in un clima più sereno e più favorevole alla buona accoglienza di questa importante opera del cinema francese».

Una giravolta in nome della riappacificazione che tradisce proprio quei principi dichiarati inoppugnabili per Polanski: invece che cercare un dialogo in cui dare voce alle proprie posizioni, si cancella un evento che promette guai. Molti dei gruppi promotori della contestazione alla retrospettiva del regista polacco iniziata lo scorso ottobre nel segno della protesta erano infatti già sul piede di guerra. Laure Salmona, tra le promotrici della manifestazione, ha scritto su twitter: «Se ben comprendo, la tematica scelta (dalla Cineteca, ndr) per il 2017/2018 è ’stupratori e molestatori’».
Ma invece che tutelare l’opera di un regista meno noto e universalmente amato di Polanski, ci si rassegna all’ autocensura per il quieto vivere.