Brindisi e cori, in piazza la festa per la decadenza
Decadenza Un brindisi nell’ufficio della capogruppo al Senato Paola Taverna. E poi uno striscione, appeso fuori Montecitorio: «Fuori uno. Tutti a casa». I parlamentari del M5S festeggiano la decadenza di Silvio […]
Decadenza Un brindisi nell’ufficio della capogruppo al Senato Paola Taverna. E poi uno striscione, appeso fuori Montecitorio: «Fuori uno. Tutti a casa». I parlamentari del M5S festeggiano la decadenza di Silvio […]
Un brindisi nell’ufficio della capogruppo al Senato Paola Taverna. E poi uno striscione, appeso fuori Montecitorio: «Fuori uno. Tutti a casa». I parlamentari del M5S festeggiano la decadenza di Silvio Berlusconi, mentre sul suo blog Beppe Grillo pubblica un post intitolato «In memoria di Silvio Berlusconi». Si tratta di un intervento tratto da un lungo articolo di Sergio Di Cori Modigliani. «Mi piacerebbe per davvero – è scritto – poter dire che siamo alla vigilia del crollo di un regime. Non è così. Non ancora… E’ semplicemente la fine di un banale uomo per tutte le stagioni, un soggetto che è stato funzionale nell’ultimo ventennio sia ai colossi finanziari anglo-americani che al Kgb sovietico, passando per lo Stato del Vaticano, la troika, l’Iran, Israele, l’Arabia Saudita, gli emirati Arabi, la Libia, l’intero sistema bancario internazionale. Il mondo è sempre stato pieno di individui del genere». «L’aspetto più stupefacente – scrive ancora Sergio Di Cori Modigliani – consiste nel fatto che finiscono tutti nello stesso identico modo. E iniziano, anche, nello stesso modo. Interpretando una parte di cui sono consapevoli sia soltanto una rappresentazione di facciata». Non mancano poi riferimenti macabri quando viene ricordata la fine fatta da Saddam Hussein, Gheddafi, dallo scià di Persia Reza Pahlevi, dal dittatore Marcos nelle Filippine, e poi ancora Somoza in Nicaragua, Videla in Argentina, per finire con «il ricchissimo e potentissimo Bettino Craxi». Ma i pentastellati non sono stati i soli a festeggiare per la decadenza del Cavaliere. In piazza della Cinque Lune, poco distante dal Senato, anche un gruppo di persone chiamate a raccolta dall’ex Popolo Viola Gianfranco Mascia ha stappato una bottiglia di spumante alzando cartelli con la scritta «L’Italia è libera».
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