Brignone (Possibile): il nuovo Pd? Ancora troppo simile al vecchio
Parla la segretaria di Possibile Da oggi a domenica, a Senigallia, l'appuntamento estivo del movimento fondato da Pippo Civati. Al centro dei dibattiti il futuro del pianeta
Parla la segretaria di Possibile Da oggi a domenica, a Senigallia, l'appuntamento estivo del movimento fondato da Pippo Civati. Al centro dei dibattiti il futuro del pianeta
Si apre oggi a Senigallia una nuovaq edizione di ‘Politcamp’, appuntamento estivo di Possibile. Al centro di questa edizione, il futuro del pianeta. Per questo ci saranno incontri e dibattiti, ma anche laboratori per bambini. Ne parla la segretaria Beatrice Brignone.
La sinistra a sinistra del Pd è divisa in molti rivoli. Qual è il vostro percorso?
Abbiamo sempre dialogato con tutti, e continueremo a rimanere aperti in questo senso. Ma non a qualsiasi condizione. Siamo convinti che serva una proposta che abbia alcune caratteristiche non discutibili, ovvero che sia radicale, innovativa, e credibile, a partire dalle persone che la rappresentano. Potrei fare l’elenco delle questioni sul tavolo ma credo che siano note, e che peraltro le elenchino tutti, dall’emergenza ambientale alla giusta paga, dai flussi migratori a quella che per me si presenta come una vera crisi di rappresentanza, e quindi democratica, nel Paese: su questo non ci sono così marcate differenze tra noi, ve ne sono invece di sostanziali quando dobbiamo discutere di come rappresentare queste istanze agli elettori. In questo a volte c’è un abisso, e una tendenza all’eterna riproposizione dell’uguale e su questo, rispetto al passato, penso ad esempio all’esperienza di Leu delle politiche dell’anno scorso, siamo meno disposti a snaturarci.
Credete nel nuovo corso del Pd di Zingaretti?
Credo che la sua elezione a segretario, con un risultato ampio, rappresenti una speranza per i molti che lo hanno votato. E credo che lo abbiano votato auspicando una discontinuità rispetto all’ultima esperienza di governo del Pd. Su lavoro, migranti, ambiente, democrazia, capacità di sintonizzarsi con una certa parte del Paese. Le questioni già citate prima, insomma. Quindi sì, vedo speranza, ma al momento non vedo ancora quella discontinuità, non così marcata, se non nello stile, che per carità è comunque qualcosa anche se temo non basti. Capisco perfettamente che il Pd è una macchina complicata, composta da anime a volte anche molto diverse tra loro, e che quindi il nuovo segretario abbia la giusta preoccupazione di tenerle insieme, di lavorare all’interno del partito. In questo senso leggo la proposta di lanciare una “Costituente delle idee”, che noi facemmo esattamente con lo stesso titolo già due anni fa. Penso però anche che ci sia bisogno di una risposta che parli all’esterno, e che non si curi solo delle dinamiche interne, una risposta a quelli che hanno voluto credere in questo cambiamento, e temo che non potrà aspettare troppo tempo. Da questo punto di vista qualche spazientimento mi sembra si possa già cogliere, almeno nell’opinione pubblica.
Come e con chi proponete di riavviare il dibattito?
La richiesta di rimettere insieme i pezzi è chiara, arriva a chiunque faccia politica a sinistra e non si può far finta di ignorarla. Nella bolla militante le differenze ovviamente si notano di più, è più difficile ricomporre la discussione. Ma fuori dalla bolla, le persone che si sentono di sinistra ma che non si occupano di politica tutto il giorno chiedono di unirsi e di rimettere insieme una proposta in grado di governare, in modo però molto diverso, l’Italia. Lo manifestano quando scendono in piazza, e lo fanno da elettori del Pd, di Possibile, di Sinistra Italiana, a volte anche di +Europa, e così via: superano le differenze, per quanto su questioni molto specifiche. Restiamo aperti al dialogo, anzi auspichiamo proprio, che si apra una bella discussione, perché in questo momento non c’è. Troviamoci, mettiamo tutte le questioni sul tavolo, affrontiamo tutti i nodi e vediamo cosa ne esce. Ognuno con le proprie posizioni, noi certamente con le nostre. In fretta, se possibile. Se questo accade, bene: ma come è evidente non dipende solo da noi, dipende da tutti gli attori, e più sono grandi più devono sentire questa responsabilità. Anche perché, e su questo voglio essere molto chiara, se questa discussione non si farà, noi siamo pronti anche a correre da soli, o con chi ci starà. Siamo pronti a raccogliere le firme, cosa che peraltro al prossimo giro dovranno fare quasi tutti, senza rete. Siamo pronti a iniziare a metterle da parte già ora, cosa che peraltro annunceremo e inizieremo a fare già dai prossimi giorni, a partire dal nostro decimo Politicamp, che terremo proprio in questo fine settimana, da venerdì a domenica, a Senigallia.
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