Breviario per mistici sbandati
Cultura

Breviario per mistici sbandati

Scaffale «Introduzione alla realtà» di Edoardo Camurri, pubblicato da Timeo

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 25 settembre 2024

Pillola blu, fine della storia, continui a credere che la realtà che hai sempre considerato tale sia quell’insieme di oggetti fisici che ti si parano davanti nello spazio e nel tempo: un tavolo di legno, uno schermo, un nespolo. Pillola rossa, lasci che la lettura di Introduzione alla realtà di Edoardo Camurri edito da Timeo (pp. 110, euro 14), come un piccolo breviario per mistici sbadati, re-introduca a quella realtà a cui nessuno ti ha preparato e in cui sei stato abbandonato alla nascita. In questa seconda ipotesi potrebbe capitare di essere condotti in un viaggio iniziatico sorprendente.

A chi ha sostenuto almeno un esame di filosofia all’università il titolo Introduzione alla realtà può ricordare uno di quei librini arancioni editi da Laterza nella collana «I filosofi», che per molti studenti sono stati uno strumento imprescindibile. Ma fin dalle prime pagine è chiaro come si tratti di un altro tipo di «introduzione».

L’AUTORE SI PROPONE guida esperta all’interno di una realtà che non c’è, ma accade, e accade dentro di noi che la percepiamo. La distinzione tra noi e la realtà, tra soggetto e oggetto appare come una mera finzione. E l’essere parte della realtà di conseguenza diventa un atto contro qualcosa che ci resiste. Il primo atto necessario è quindi quello frantumare l’immagine di se stessi come soggetto contrapposto alla realtà, polverizzare l’idea che sia un conglomerato compatto e solido, e sperimentarne piuttosto una che abbia la forma di «una sfera il cui centro è dappertutto e la circonferenza in nessun luogo».

Durante la lettura può capitare anche che, proprio come in una seduta di meditazione, ci si senta invitati a smaterializzarsi fino a diventare pura percezione, spingendo indietro ogni rigurgito dell’ego in forma di pensiero, di ricordo, di un dolore, per riemergere come un nudo punto di vista. D’incanto ci si trova in mano le schegge di cui si compone la propria realtà – un tavolo di legno, uno schermo, un nespolo – tenute insieme soltanto dalla propria coscienza. Senza di essa, sarebbero molecole indifferenti le une alle altre.

IL LIBRO È UN LUCIDISSIMO sogno desto, è l’incubo di Cartesio, un esercizio spirituale se si vuole, un esercizio di r(i)esistenza di certo, e sopra ogni cosa un invito ad hackerare la nostra realtà abitudinaria, per immaginarne un’altra. È un invito a essere eroi della propria fiaba, a esercitare una volontà libera dagli automatismi. Non propone una fuga ma un ri-esordio. È un’istigazione a disertare la morale utilitarista, praticona, sciapa e servile. È un monito a risvegliare l’inclinazione alla meraviglia.

Edoardo Camurri dà del tu a chi legge e, nello spazio di  un centinaio di pagine, guida attraverso un viaggio filosofico che riprende la tradizione della filosofia come esercizio attivo, metafisica incarnata. I riferimenti alla storia del pensiero filosofico sono tanti, spesso impliciti, più raramente esplicitati. La prosa è diretta, il linguaggio sognante, e la scrittura lascia trasparire un grande entusiasmo per la filosofia che mai diventa erudizione. L’aspetto che più di tutti lo rende un libro singolare è il suo collocarsi in un non tempo, il non cedere alle lusinghe di una di quelle  urgenze «contemporanee», a nessuna buona causa o posizionamento imprescindibile. È una lettura che si colloca nell’a-tempo. Una lettura irriverente che tende a inabissarsi nelle pieghe più oscure della realtà, nel suo rovescio, nella sua satira psichedelica. E il gattone allucinato in copertina, insieme a quello sulla quarta ridotto a una zuppa caleidoscopica di segni simmetrici, sembra promettere di accompagnarci nel viaggio.

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