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Brevi dal mondo: Stati uniti, Messico

Brevi dal mondo: Stati uniti, Messico

Internazionale Biden dà guerra ai migranti. Rimpatri immediati; Washington vende dodici elicotteri da guerra all’Egitto; Messico, rivolta per l’arresto del figlio di El Chapo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 gennaio 2023

Biden dà guerra ai migranti. Rimpatri immediati

L’amministrazione Biden continua a seguire le orme del governo di Donald Trump nella sua battaglia ai migranti che cercano di attraversare il confine con il Messico. Ieri il presidente degli Stati uniti ha annunciato nuove restrizioni nei confronti dei migranti provenienti da Cuba, Nicaragua e Haiti, che verranno subito rimpatriati se varcano la frontiera senza un permesso: «Il mio messaggio – ha detto Biden durante il suo discorso -è questo: se state cercando di lasciare Cuba, il Nicaragua o Haiti non presentatevi al confine. Restate dove siete e fate domanda di ingresso legale da lì». Il presidente ha infatti spiegato che la nuova normativa consente 30.000 ingressi legali al mese, e altrettanti permessi di lavoro della durata di due anni, da quei tre paesi e dal Venezuela se chi fa richiesta di entrare negli Stati uniti ha uno sponsor nel Paese e supera i controlli.

Washington vende dodici elicotteri da guerra all’Egitto

L’amministrazione Biden, la stessa che un anno fa aveva congelato appena 130 milioni di dollari (su 1,3 miliardi) di aiuti all’Egitto per mancato rispetto dei diritti umani, martedì ha dato il via libera alla vendita da parte di Boeing di dodici elicotteri militari CH-47F Chinooks a favore dell’esercito egiziano. Costo totale 426 milioni di dollari. La vendita è parte di un pacchetto più ampio approvato da Washington lo scorso maggio: 23 elicotteri per 2,6 miliardi di dollari diretti in un paese che non solo conta tra i 60 e i 100mila prigionieri politici ma in cui i due terzi della popolazione vivono in povertà.

Messico, rivolta per l’arresto del figlio di El Chapo

Fra la notte di mercoledì e la giornata di ieri la città di Culiacan (nello stato di Sinaloa) è stata al centro di una rivolta dei narcos seguita all’arresto – mercoledì – di Ovidio Guzman, il figlio di «El Chapo» Guzman detenuto negli Stati uniti dal 2016. Da allora Ovidio è una figura di spicco del cartello di Sinaloa. «Chiediamo ai cittadini di Culiacan di non uscire di casa» ha scritto su Twitter il sindaco Juan de Dios Gamez, mentre i narcos davano fuoco alle macchine per strada e gli spari risuonavano in tutta la città. Nel 2019, l’arresto di Ovidio Guzman aveva suscitato un attacco alla città da parte dei cartelli, talmente violento che le autorità erano state costrette a rilasciare il figlio di “El Chapo”. In giornata, a Ciudad Juarez è anche stato ucciso un altro narcos – Ernesto Alfredo Pinon, noto come «El Neto» – fra i 24 evasi dal carcere locale nella fuga del primo gennaio che ha fatto 19 vittime.

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