Brevi dal mondo: Palestina/Uk, Turchia, Iran
Internazionale Hamas in black list in Gran Bretagna: «Sono antisemiti». La Turchia deporta il cantante siriano Omar Souleyman. Fiume senz’acqua, una settimana di proteste in Iran
Internazionale Hamas in black list in Gran Bretagna: «Sono antisemiti». La Turchia deporta il cantante siriano Omar Souleyman. Fiume senz’acqua, una settimana di proteste in Iran
Hamas in black list in Gran Bretagna: «Sono antisemiti»
La segretaria agli interni della Gran Bretagna, Priti Patel, inserirà Hamas nella lista dei gruppi terroristici, affermando che non è possibile distinguere tra l’ala politica e il braccio armato del movimento islamista palestinese e accusandolo di «antisemitismo». Fino a 10 anni di carcere per chi esprime sostegno al gruppo. Immediata la reazione di Hamas che in una nota cita la dichiarazione Balfour (con cui nel 1917 il Regno unito si impegnava per uno Stato ebraico in Palestina): «Invece di chiedere scusa per il loro peccato storico contro il popolo palestinese, sostengono gli aggressori. Resistere a un’occupazione, con ogni mezzo disponibile inclusa la resistenza armata, è un diritto riconosciuto dalla legge internazionale».
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La Turchia vuole deportare il cantante siriano Omar Souleyman
È stato rilasciato ieri, dopo due giorni di detenzione in Turchia, per essere trasferito in un campo profughi a Urfa il cantante siriano Omar Souleyman. L’artista, noto in tutto il mondo arabo per aver mescolato la musica elettronica alle melodie tradizionali e alla dabke, è accusato da Ankara di essere un membro del Pkk. Arabo originario della città di Serekaniye, comunità a maggioranza curda nel nord est della Siria (militarmente occupata dalla Turchia), ora rischia di essere deportato dal territorio turco, dove vive dal 2013.
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Fiume senz’acqua, una settimana di proteste in Iran
Da una settimana in migliaia manifestano a Isfahan, nel centro dell’Iran, chiedendo interventi urgenti dopo il prosciugamento del fiume Zayandeh Rud. Moltissimi i contadini, i più colpiti dalla scomparsa del corso d’acqua, e gli slogan: «Eguaglianza e giustizia», «Fate respirare Isfahan». Il fiume ha visto ridurre la sua portata per anni ma nonostante le proteste le autorità non sono mai messo in pratica i piani promessi.
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