Brevi dal mondo: Pakistan, Israele, Palestina, Usa

«Discorsi d’odio»: per Khan l’accusa è di terrorismo

La parabola discendente dell’ex campione di cricket Imran Khan si avvicina al suo punto più basso: ieri l’ex primo ministro pakistano, rimosso dalla carica lo scorso aprile, è stato incriminato sulla base della legge anti-terrorismo: domenica, in un comizio a Islamabad, uno dei numerosi che tiene da mesi contro la sua rimozione (che definisce «un complotto straniero»), aveva promesso di denunciare la polizia e una giudice per presunte torture su un suo consigliere. È ora accusato di «diffusione di discorsi di odio contro le istituzioni dello Stato». Rischia anni di prigione: giovedì è atteso di fronte a un tribunale anti-terrorismo, intanto resta a piede libero.

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Spyware Pegasus, si dimette il ceo dell’israeliana Nso

Dopo mesi trascorsi a difendere la sua creatura, lo spyware Pegasus, domenica il fondatore e ceo della società israeliana Nso, Shalev Hulio, ha annunciato le dimissioni. Secondo fonti interne alla compagnia, un centinaio di dipendenti saranno licenziati, in una non meglio precisata «riorganizzazione aziendale». Pegasus aveva attirato le attenzioni globali lo scorso inverno quando una serie di inchieste ne avevano svelato la vendita a regimi autoritari (e non solo) a fini di sorveglianza e repressione di attivisti, giornalisti e politici. Hulio aveva sempre difeso Pegasus definendolo uno strumento anti-terrorismo.

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Cia: «Le sei ong palestinesi non sono terroriste»

Secondo un rapporto classificato della Cia, come riportato in esclusiva dal The Guardian, l’agenzia di intelligence Usa non ha trovato alcuna prova di attività terroristiche imputabili alle sei ong palestinesi (Addameer, Al-Haq, Bisan Center, Dci-P, Uawc e Upwc) che Israele lo scorso ottobre ha etichettato «terroriste» e legate al partito di sinistra Pflp e di cui ha preso di mira gli uffici in violente perquisizioni notturne la scorsa settimana.

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Fauci si dimette, sette presidenti e 38 anni dopo

Dopo 38 anni e sette presidenti (fu nominato sotto Reagan), l’immunologo Anthony Fauci ha annunciato le dimissioni da consigliere medico della Casa bianca e direttore dell’Istituto nazionale malattie infettive. Se ne andrà a dicembre per – ha detto – «perseguire il prossimo capitolo» della sua carriera. Forse nel privato, anche se in un’intervista ha detto di volersi dedicare ai viaggi, alla scrittura e a coinvolgere le giovani generazioni nel pubblico.