Internazionale

Brevi dal mondo: Iran, Afghanistan, Francia, Stati uniti, Albania

Brevi dal mondo: Iran, Afghanistan, Francia, Stati uniti, Albania

Internazionale 111.500 cartoline Coop per le donne iraniane; Onu: «In Afghanistan apartheid di genere»; Olimpiadi di Parigi, perquisizioni per corruzione; Biden accoglie Modi in chiave anti cinese; Scontri tra mojahedin e polizia albanese

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 giugno 2023

111.500 cartoline Coop per le donne iraniane

Si presenteranno domani, giovedì 22 giugno alle 11, di fronte all’ambasciata dell’Iran di Roma con il loro bagaglio di 111.500 cartoline in sostegno della lotta delle donne e gli uomini iraniani. È l’iniziativa «Donna, Vita, Libertà», lanciata a marzo da Coop insieme ad Amnesty International Italia: cartoline con le immagini di chiome di capelli (simbolo della libertà di scelta in merito al velo) raccolte tra cittadini, dipendenti e soci e dirette alla rappresentanza diplomatica di Teheran in Italia, dopo mesi di rivolta nelle strade e l’uccisione di centinaia di manifestanti, protesta scoppiata dopo la morte in custodia della giovane Mahsa Jihna Amini, nel settembre 2022. L’iniziativa è parte della campagna di Coop «Close The Gap» per l’inclusione di genere.

Onu: «In Afghanistan apartheid di genere»

La discriminazione strutturale delle donne afghane da parte dell’«emirato» talebano potrebbe configurarsi come «apartheid di genere». Lo ha detto lunedì il relatore speciale dell’Onu per i diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett: «La sistematica, grave e istituzionalizzata discriminazione contro donne e ragazze è al cuore dell’ideologia talebana», ha spiegato Bennett che ha poi segnalato la necessità di etichettare l’apartheid di genere come «crimine internazionale». A oggi il termine apartheid si applica alla segregazione legata all’etnia di appartenenza. Immediata la reazione di Kabul: «Propaganda contro l’Emirato islamico».

Olimpiadi di Parigi, perquisizioni per corruzione

Nella mattinata di ieri polizia ed investigatori sono entrati nel quartier generale del comitato organizzatore delle Olimpiadi di Parigi, per effettuare una perquisizione relativa a due indagini preliminari basate su sospetti di corruzione. Un’indagine, si è scoperto ieri, è stata aperta nel 2017, subito dopo l’assegnazione alla capitale francese dei giochi olimpici dell’estate 2024. Riguarda sospetti di appropriazione indebita di fondi pubblici e favoritismi. La seconda inchiesta ha avuto inizio nel 2022 e si concentra su presunti conflitti di interesse e favoritismo relativi a diversi contratti fra il comitato organizzativo dei Giochi e la Solideo, l’ente pubblico incaricato della gestione e della costruzione delle infrastrutture olimpiche, i cui uffici sono stati perquisiti insieme a quelli del comitato. Oggetto delle perquisizioni, riporta il quotidiano Le Monde, anche diverse compagnie di consulenza o collegate in vario modo all’organizzazione dei Giochi. È la terza volta consecutiva che delle olimpiadi estive vengono travolte da accuse di corruzione.

Biden accoglie Modi in chiave anti cinese

Oggi il premier indiano Narendra Modi interverrà davanti al Congresso Usa e verrà ricevuto alla Casa bianca dal presidente Joe Biden, che lo accoglie nel Paese soprattutto in chiave di contenimento cinese, nonostante gli importanti rapporti commerciali di New Delhi con la Russia. E soprattutto nonostante le violazioni dei diritti umani in corso in India, in particolare nei confronti della minoranza musulmana. Elaine Pearson di Human Rights Watch si appella infatti al presidente americano affinché metta Modi «di fronte al deteriorasi della condizione dei diritti umani» sotto il suo governo. L’organizzazione ieri ha anche organizzato una proiezione a Washington del documentario della Bbc messo al bando in India perché affronta il ruolo di Modi nelle violenze anti-musulmane nel Gujarat del 2002, che hanno fatto oltre 1.000 vittime.

Scontri tra mojahedin e polizia albanese

Un morto e decine di feriti è il bilancio dei disordini di ieri a Manëz, provincia di Durazzo, in Albania. Le tensioni sono iniziate con l’irruzione della polizia nel campo Ashraf dove vivono circa 3mila appartenenti al Mek (Mojahedin-e Khalq), organizzazione politico-religiosa di oppositori al regime iraniano, esiliati e ospitati in Albania dal 2014 con un accordo di protezione umanitaria. Il ministro degli Interni Bledar Çuçi, nel pomeriggio, ha dichiarato che le forze dell’ordine sono entrate regolarmente per un controllo, motivato dal sospetto di attività informatiche illecite. I mojahedin avrebbero opposto resistenza e ne sarebbero scaturiti scontri in cui la polizia ha fatto uso di lacrimogeni. Le autorità albanesi confermano che è morta una persona pur dichiarandosi non responsabili del decesso. La versione del Mek, e di parte dell’opinione pubblica, denuncia invece un uso spropositato della forza e accusa la polizia di omicidio. «Negli accordi c’è scritto che questi cittadini non possono svolgere attività politica nel nostro paese. Il controllo è stato motivato da seri sospetti che questa regola sia stata violata», ha concluso il ministro albanese.

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