Internazionale

Brevi dal mondo: Giappone, Corea, Kurdistan, Afghanistan, Arabia saudita

Tokyo aumenta le spese per la difesa, mentre l'Onu introduce nuove sanzioni contro Pyongyang. Due autobombe a Herat e Kandahar uccidono 8 persone. A Suleimaniya la protesta contro il governo si sposta in carcere, a Riyadh uno degli epurati ai domiciliati sarebbe morto per le torture

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 23 dicembre 2017

Giappone, budget per difesa da record

Pesano sicuramente due fattori nella decisione del governo di Tokyo di approvare un budget per la difesa da record: la crisi coreana e la richiesta di Trump ai propri alleati nell’area di comprare armi possibilmente dagli Usa.
Il budget è di circa 39 miliardi di euro per il 2018/2019: obiettivo numero uno rafforzare il sistema antimissile per difendersi dalla Corea del Nord.

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Corea del Nord, Onu: «Nuove sanzioni»

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato ieri nuove sanzioni contro la Corea del Nord, tra le quali ulteriori limitazioni all’importazione di idrocarburi, il rientro di tutti i suoi lavoratori all’estero entro 12 mesi e una stretta decisiva ai suoi traffici marittimi. nuove sanzioni che si vanno ad aggiungere alle più dure approvate con il consenso della Cina nei mesi scorsi.

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Kurdistan, protesta si sposta in carcere

Un gruppo di studenti della facoltà di scienze politiche all’Università di Suleimaniya hanno iniziato ieri lo sciopero della fame in prigione. Sono detenuti senza accuse precise in seguito alle proteste dei giorni scorsi. In tutto il Kurdistan iracheno la gente è scesa in piazza per chiedere le dimissioni del governo. Sono decine i politici, gli attivisti e
i semplici cittadini agli arresti.

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In Afghanistan ieri due attentati

Due autobombe a Herat e a Kandahar hanno ucciso ieri otto persone (quattro civili) e ferito gravemente altre 12. Per il segretario Onu Guterres «uccisioni mirate e rapimenti sono aumentati del 16% rispetto al 2016». Ma il vice di Trump Pence, ieri in visita nella base di Bagram, dice che la strategia Usa «sta dando frutti» e l’Ue dal 2016 ha un accordo di rimpatrio per i migranti afghani.

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Riyadh, «epurato» torturato a morte

Secondo il quotidiano Al-Quds Al-Arabi, uno dei detenuti agli arresti domiciliari all’hotel Ritz Carlton, a seguito delle epurazioni ordinate dall’erede al trono Mohammed bin Salman, è morto il 12 dicembre per le torture subite. Si tratterebbe del generale Ali Alqahtani, responsabile dell’ufficio del principe Turki Bin Abdullah, figlio del precedente re Abdullah Bin Abdulaziz.

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