Dopo 228 giorni Alaa Abdel Fattah torna a mangiare

Dopo 228 giorni di sciopero della fame, in una lettera scritta lunedì e giunta ieri alla famiglia, l’attivista e pensatore politico egiziano Alaa Abdel Fattah ha annunciato la fine del digiuno iniziato il 2 aprile scorso. Era cominciato come forma estrema di protesta: Alaa, volto di piazza Tahrir e del dissenso contro tre diversi regimi egiziani, chiede un processo giusto (che cancelli quello farsa che nel 2021 lo ha condannato a cinque anni in cella) e il miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri egiziane, fatte di abusi, torture, carenza di cibo e cure mediche.

I motivi dell’interruzione dello sciopero non sono noti, ma la famiglia dovrebbe incontrare Alaa giovedì prossimo, nel carcere di Wadi al-Natrun, e saperne di più: «Mamma, voglio festeggiare il mio compleanno con te, non lo faccio da tanto tempo e voglio festeggiare con i miei compagni. Porta una torta, ho interrotto lo sciopero», si legge nella lettera.

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Sciopero in Iran. Onu: «Rilasciate tutti gli arrestati»

Negozi con le serrande abbassate, bazar chiusi: ieri gli iraniani hanno scioperato nelle città di tutto il paese in occasione dell’anniversario delle proteste del 2019, scoppiate per l’impennata del prezzo del carburante che colpì le classi più povere. A Teheran in tanti hanno bloccato le strade con le auto, al grido di «Libertà». Nelle stesse ore la star iraniana del calcio, Ali Daei, ha pubblicamente rifiutato l’invito a partecipare con la famiglia ai mondiali in Qatar «in solidarietà con la mia patria e con le famiglie che hanno perso i propri cari».

E mentre la rivolta, iniziata il 16 settembre scorso, prosegue, ieri l’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha fatto appello alle autorità iraniane perché rilascino tutte le persone arrestate negli ultimi due mesi (15mila, secondo le stime), facciano cadere le accuse contro i circa mille già incriminati e cancellino la pena di morte comminata lunedì a un manifestante.

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Trump annuncia la sua candidatura alle elezioni del ’24

Sulla sua piattaforma Truth Social Donald Trump ha annunciato che martedì sarebbe stato «uno dei giorni più importanti nella storia del nostro Paese». Il giorno cioè in cui dalla sua residenza a Mar-a-Lago ufficializzerà (troppo tardi per noi) la sua candidatura alla corsa presidenziale del 2024.

In barba ai malumori nel Gop, dove in tanti avrebbero perlomeno preferito posticipare l’annuncio perché non fosse così vicino alla disfatta del midterm, dovuta principalmente proprio ai pessimi risultati dei candidati trumpisti. Secondo indiscrezioni riportate dal Washington Post, il quartier generale della campagna stavolta non sarà Washington ma proprio il sud della Florida dove si trova Mar-a-Lago.