Rompe una sedia, attivista bahreinita condannato

Già all’ergastolo per aver guidato la primavera bahreinita nel 2011, il 61enne Abdul-Hadi al-Khawaja, co-fondatore del Gulf Centre for Human Rights e del Bahrain Centre for Human Rights, si è visto confermare una nuova pena per aver rotto una sedia di plastica in carcere in uno scatto d’ira, dopo che le guardie gli avevano vietato di telefonare alla figlia. Con un altro processo ancora pendente (una protesta nel 2020 nel cortile della prigione contro la firma degli Accordi di Abramo tra Bahrain e Israele), l’ennesima condanna giunge dopo un processo farsa, con l’imputato assente dalle udienze e privato della tutela di un legale. Lo scorso 15 dicembre una risoluzione dell’Europarlamento ne ha chiesto l’immediato rilascio.

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In Kenya ucciso uno dei più noti militanti Lgbtq+

Martedì (ma è emerso solo ieri) la polizia keniota ha rinvenuto i resti di Edwin Chiloba, noto attivista per i diritti delle persone Lgbtq+, in una scatola di metallo, vicino alla città di Eldoret. «È molto preoccupante vedere l’escalation delle violenze contro la comunità Lgbtq+», ha scritto su Twitter la Kenya Human Rights Commission. Per la legge nazionale, eredità del colonialismo britannico, l’omosessualità è punita con 14 anni di prigione e, seppur sia raramente applicata, permette il mantenimento di discriminazioni strutturali.

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Il giornalista Beik arrestato in Iran. 73 reporter in cella

Giovedì notte in Iran è stato arrestato Mehdi Beik, giornalista del quotidiano Etemad, dopo interviste alle famiglie dei manifestanti condannati alla pena di morte. Secondo la moglie a portarlo via sono stati «agenti del ministero dell’informazione che hanno poi confiscato il cellulare e il computer». Con Beik sale a 73 il numero di giornalisti iraniani arrestati dall’inizio della rivolta a metà settembre.