Il team di MbS contro i dissidenti sauditi L’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, il 2 ottobre scorso, è stato parte di una più vasta campagna del regno dell’Arabia saudita contro critici e dissidenti: lo scrive il New York Times, citando fonti statunitensi con accesso a rapporti segreti dell’intelligence di Riyadh. Almeno un anno prima, il principe ereditario Mohammed bin Salman avrebbe lanciato una campagna (battezzata Saudi Rapid Intervention Group) di sorveglianza, rapimento e tortura di dissidenti all’estero e in patria. Sarebbero state almeno una decina le operazioni compiute dal 2017, con alcuni casi di rimpatri forzati. Un’altra tegola su...