Laura Castelletti è la nuova sindaca di Brescia, la prima donna a diventarlo. Ed è la prima cosa che sottolinea, visibilmente emozionata, ai microfoni dei media che interrompono il suo trionfale corteo verso palazzo Loggia.

Sono le 18.25 quando dal lato opposto del palazzo del governo della città, a pochi metri della stele che ricorda le vittime della strage fascista del 28 maggio 1974, si vede arrivare un corteo festoso accompagnato da cori e bandiere. È il comitato elettorale che accompagna Laura Castelletti a far festa. Viene fermata sotto il loggiato dalle telecamere e parla, mentre attorno esplode la gioia dei suoi sostenitori e delle sue sostenitrici, vengono lanciati coriandoli e a più riprese si sente il coro «sindaca, sindaca, sindaca».

La neo sindaca dice: «È una bella emozione, per di più un risultato raggiunto al primo turno che è anche questa una cosa importante. La città ci ha dato una direzione, non chiara, chiarissima della linea che dobbiamo intraprendere: ovvero il nostro programma realizzato in campagna elettorale». Pochi minuti dopo rilascerà una seconda conferenza stampa dall’interno del palazzo dove per anni è stata vice al fianco di Emilio del Bono.

Era il risultato che il centro sinistra cittadino sognava, ma senza aspettarsi di replicare i numeri della rielezione del sindaco uscente. Era il risultato che Fabio Rolfi, e la Lega, non volevano vedere. La destra di governo esce sconfitta dalla tornata bresciana, ma nella sconfitta Lega e Forza Italia scompaiono e Fratelli d’Italia si prende lo scettro di prima forza d’opposizione. Lucà, candidato di Unione Popolare, Movimento 5 Stelle e Pci, raccoglie circa il 2,5% delle preferenze, e la coalizione sfiorando il 3% non supera lo sbarramento. Ovvero in consiglio comunale, per i prossimi cinque anni, ci saranno solo i rappresentanti delle due maggiori coalizione, Brescia perde una rappresentanza altra e fuori dalla polarizzazione del voto utile.

Che la giornata potesse andare in questa direzione era stato chiaro all’arrivo del primo dato: l’affluenza. Gli ultimi sondaggi pubblicati prima del silenzio parlavano di un percentuale di votanti simile a quella di cinque anni fa (57,41%) e Laura Castelletti con la forbice “bassa” al 49,9%. L’affluenza in linea con le previsioni ha strappato un primo sorriso tra i banchi del centro sinistra. Sedie e spazi affollati dalle 15 a differenza degli spazi lasciati per la destra che sono stati poco utilizzati. Più passavano i minuti più le sedie dedicate alla coalizione a sostegno di Castelletti non bastavano a contenere i rappresentanti delle liste che portavano dai vari seggi buone nuove, quelle della destra si facevano sempre meno vissute e le poche persone presenti mostravano tensione e malumore.

Alla fine ha votato il 57,84% e la candidata sindaca del centro sinistra ha preso il 54.9% dei voti mentre l’ex vicesindaco sceriffo e assessore regionale Fabio Rolfi poco più del 41% . Il buon risultato locale per il centro sinistra dice che la coalizione vincente (come a Udine) vedeva all’interno anche Azione, Italia Viva e +Europa, racchiuse in unico soggetto circa al 7%, ma allo stesso tempo i candidati e le candidate in quota Schlein raccolgono centinaia di preferenze e ben si posizionano dentro il Pd bresciano (a trazione cattolica) che resta il primo partito in città con oltre il 26%. A seguire la lista civica creata dalla stessa Castelletti e quindi le forze verdi e più apertamente di sinistra (Al Lavoro con Brescia) che hanno sostenuto la candidatura della prima donna sindaca della storia della città.