La destra di governo vuole prendersi Brescia e tornare a governare la città dopo i dieci anni di Emilio Del Bono sindaco. A dirlo non è solo l’aggressiva campagna elettorale di Fabio Rolfi, leghista già vice sindaco sceriffo e assessore regionale, ma anche la sfilata di politici nazionali che investono sulla città. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi chiuderanno la campagna del candidato sindaco domani. Salvini, assieme agli altri ministri del Carrocccio e al governatore lombardo Attilio Fontana, avevano passato con Rolfi il primo maggio. Il leader della lega era arrivato in città già il giorno prima presenziando a un gazebo elettorale in centro.

LA PARTITA SU BRESCIA è importante per la coalizione perché se è vero che la destra domina da anni in regione è anche vero che le grandi città lombarde sono per lo più amministrate dal centro sinistra. Non solo: il voto bresciano determinerà anche i rapporti di forza tra Fratelli d’Italia e la Lega. Se la candidata del centrosinistra, la vicesindaca Laura Castelletti, come Del Bono cinque anni fa, dovesse vincere al primo turno la sconfitta per la Lega sarebbe totale. Non è un mistero che dopo le elezioni regionali Fratelli d’Italia abbia messo in dubbio la candidatura di Rolfi aprendo un tavolo negoziale con la Lega sugli assessori in regione ma anche su possibili alternative in città. Ora il risultato di domenica e lunedì nel più importante comune della Lombardia tra quelli che vanno al voto è anche una sfida tra i due partiti che si contendono la leadership della destra in regione.

Fabio Rolfi

LA CAMPAGNA ELETTORALE è stata massiccia e pervasiva e se da un lato non c’è angolo della città che non abbia visto il passaggio di Rolfi e in bar e attività commerciali abbondano i “santini” dei candidati in appoggio all’ex vicesindaco, dall’altro il candidato di destra ha cercato di mostrare un volto moderato. Ha aperto le liste a diversi migranti e nell’anniversario della Liberazione ha dichiarato che «il 25 aprile è patrimonio di tutte le forze politiche che si riconoscono nell’antifascismo e nella Costituzione, nata con la fine del fascismo». Rolfi ha incentrato la campagna elettorale sull’attenzione alla famiglia e in seconda battuta, anche su spinta dei ministri leghisti passati a Brescia, sul tema sicurezza. Non sono mancati gli ammiccamenti “sociali” con proposte come la gratuità dei mezzi pubblici per gli studenti.

Laura Castelletti

DI ALTRO STILE la campagna elettorale di Laura Castelletti e del centro sinistra. Una campagna fatta di incontri di prossimità, cura delle relazioni e difesa del lavoro portato avanti in questi 10 anni. Castelletti è sostenuta anche da Italia Viva e Azione, ma non dal M5S. I sondaggi, per quanto più volte negli ultimi anni siano stati smentiti dalle urne, dicono che Castelletti è avanti. Più dei sondaggi i dati dicono che sia alle elezioni di settembre che alle ultime regionali, in città, quella che è oggi la coalizione in appoggio a Castelletti si è attestata attorno al 50% delle preferenze. Risultati e sondaggi che, pur nella scaramanzia e paura dell’exploit delle destre, hanno spinto il centro sinistra a un campagna elettorale importante ma non gridata. Castelletti e candidati hanno preferito ai grandi momenti mediatici gli incontri porta a porta.

Anche la festa di chiusura di domani sarà all’insegna della socialità con musica e casoncelli al Parco Ducos, polmone verde nella periferia est. La segretaria del Pd Elly Schlein, sabato scorso, è passata da Brescia ed è stata accolta da oltre un migliaio di persone. Dal palco, dopo aver abbracciato la portavoce bresciana della sua mozione al congresso, Camilla Bianchi, con a fianco Laura Castelletti, ha detto: «Fatemi tornare qui per festeggiare la prima sindaca di Brescia». Mercoledì scorso anche Nicola Fratoianni è stato in città per sostenere Al Lavoro con Brescia, lista civica guidata dall’ex segretario della Camera del Lavoro e assessore uscente al Welfare Marco Fenaroli, e la coalizione di centro sinistra.

Alessandro Lucà

IN CORSA ANCHE Alessandro Lucà, candidato sindaco per l’inedita coalizione Unione Popolare, Movimento 5 Stelle, Partito Comunista Italiano. Almeno un posto in consiglio comunale sarebbe stato vaticinato dai sondaggi e a tirare la volata per raggiungere il traguardo sono stati sia Giuseppe Conte che Luigi De Magistris. Unico ostacolo all’ingresso a Palazzo Loggia potrebbe essere il mancato superamento dello sbarramento al 3% per almeno una delle liste a sostegno di Lucà. Il timore che Rolfi vinca l’eventuale ballottaggio (che coinciderebbe con l’anniversario della strage di piazza della Loggia) potrebbe spingere al «voto utile».