Brasile, una telefonata dietro l’agguato politico a Dilma
Brasile L'audio, che ora è nelle mani della magistratura, riguarda il ministro di Pianificazione Romero Juca, senatore del Partito del movimento democratico brasiliano (Pmdb), appena nominato dal presidente ad interim Michel Temer
Brasile L'audio, che ora è nelle mani della magistratura, riguarda il ministro di Pianificazione Romero Juca, senatore del Partito del movimento democratico brasiliano (Pmdb), appena nominato dal presidente ad interim Michel Temer
In Brasile, la diffusione di una conversazione registrata e filmata per circa un’ora getta una luce ulteriore sugli interessi che muovono l’impeachment alla presidente brasiliana Dilma Rousseff.
L’audio, che ora è nelle mani della magistratura, riguarda il ministro di Pianificazione Romero Juca, senatore del Partito del movimento democratico brasiliano (Pmdb), appena nominato dal presidente ad interim Michel Temer.
Juca dice all’ex presidente della compagnia Transpetro, Sergio Machado, che l’impeachmnent a Rousseff sarebbe la maniera migliore per intralciare l’inchiesta della tangentopoli brasiliana, Lava Jato, che coinvolge il sistema politico e l’impresa petrolifera di Stato, Petrobras. Machado chiede a Juca di inventarsi qualcosa per metterlo al riparo. Il Pmdb, di cui fanno parte sia l’ex presidente del parlamento Eduardo Cunha (sospeso per corruzione) che l’ex vicepresidente Temer (anch’egli a rischio di impeachment) hanno promosso la deposizione della presidente, sospesa per 180 giorni in attesa della sentenza finale.
La registrazione precede di qualche settimana il voto della Camera, sfavorevole a Rousseff. Juca parla del nuovo governo senza Rousseff e della necessità di costruire un patto nazionale con i membri del Tribunal Supremo Federal de Brasil, ma spiega le difficoltà riscontrate con il magistrato Teori Zavascki, incaricato di dirigere le indagini di Lava Jato dalla Corte suprema. Juca ha confermato l’autenticità del video ma ha cercato di proteggere Temer. Temer, che ieri ha presentato il suo piano di governo neoliberista, gestito da banchieri e imprenditori, in maggioranza corrotti, ha momentaneamente sospeso il suo neo-ministro.
Dilma Rousseff ha accusato il governo di Temer di procedere in modo abusivo contro la volontà di 54 milioni di brasiliani: “Non ha il diritto – ha detto – di distruggere le conquiste sociali”. Poi ha commentato la video-intercettazione: “Nel 2014, i brasiliani hanno eletto una donna perché sviluppi un programma progressista, non hanno eletto un governo formato da uomini bianchi, ricchi e vecchi. E adesso risulta che uno dei principali promotori di questa farsa contro di me è un golpista. Immaginate di aver lasciato la vostra casa nelle mani di un personaggio simile”. Un governo che, secondo recenti inchieste, ha il gradimento del 2% della popolazione. Mentre continuano le manifestazioni, anche il Foro di San Paolo, che riuniste i movimenti internazionali, ha espresso solidarietà a Dilma e a Nicolas Maduro.
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