ExtraTerrestre

Bonus bici, l’imprendibile fuggiasco

Altro che Graziano Mesina o Joh nny lo Zingaro: il latitante di maggior successo in Italia è il bonus bici. Così lo chiamiamo noi, il governo lo chiama bonus mobilità, […]

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 10 settembre 2020

Altro che Graziano Mesina o Joh nny lo Zingaro: il latitante di maggior successo in Italia è il bonus bici. Così lo chiamiamo noi, il governo lo chiama bonus mobilità, perché riguarda anche veicoli elettrici non a 4 ruote e anche l’acquisto di servizi di sharing.

Dall’altro lato invece c’è un altro bonus, che come ogni bravo democristiano è immarcescibile, efficace, esente da ogni aspetto legato all’etica, bravamente praticone: il bonus auto. Parliamo per un momento di questo. Lanciato il primo agosto, è stato immediatamente accessibile, i fondi (50 milioni) si sono involati in un amen, rifinanziato con altri 50 e poi, visto il successo, altri 400 con decreto di agosto. Ci puoi comprare sì le elettriche ma anche diesel e benzina di nuova generazione. Vai su ecobonus.mise.gov.it e il gioco è fatto, viaggi sul velluto a portata di mouse. Vita semplice.

Torniamo dal nostro lato del fiume. Non esiste ancora alcun indirizzo web per cominciare a caricare la propria fattura di acquisto bici, e vi ricorderete tutti delle lunghe file davanti ai negozi di bici fin dall’apertura del confinamento. Fino a sabato 5 settembre nessuno sapeva come poter accedere alla regalìa governativa dello sconto del 60% fino al tetto di 500€ (per le auto endotermiche, si badi bene, circa 3.500€ puliti con rottamazione). Sabato 5 dunque arriva il decreto attuativo, a distanza di 4 mesi dall’annuncio del ministro dell’Ambiente. Leggiamo.

Punto primo: il decreto entrerà in vigore dopo 60 giorni dalla pubblicazione, ovvero il 3 novembre. Questo per consentire agli amanuensi digitali dei ministeri di approntare il portale (quello per l’auto è disponibile su web da subito dopo l’annuncio), che sicuramente presenta delle difficoltà tecniche enormi dovute a misteriose vicende. Eppure si tratta (anche) di bici, l’attrezzo per mobilità più semplice della storia. Ma io mi fido delle autorità, ci saranno dei motivi.
Questo significa che fino al 3 novembre, apparentemente, m’aspetto altre sorprese – noi non sapremo cosa dovremo fare per avere questo bonus. Aspettiamo con fiducia. Da quel momento, a dispetto di ogni annuncio del bravo ministro Costa, scatterà la corsa, quello che viene chiamato click day: questo perché le richieste saranno evase – e ripeto, lo voglio vedere con gli occhi – in ordine temporale di presentazione, dice il decreto. Quindi sarà click day, fidatevi. Un gigantesco gorgo che, a fare i conti con l’insipienza amministrativa fin qui dimostrata, creerà un imbroglio di matassa che sono proprio curioso di vedere. Così, per scopi socioantropologici.

Non so proprio perché mi intestardisco a osservare quest’ennesima prova di incoscienza delle nostre amministrazioni, visto che il bonus non vale per l’acquisto di pezzi di bici, l’unica cosa che a me servirebbe dato che saldo i miei telai da me. E’, credo, sempre quel senso di reazione alle ingiustizie che anima tutti noi di sinistra. Oltre a un certo orgoglio animalesco, che non mi consente di lasciar passare indenni le prese per i fondelli. Osservo che si replica amministrativamente esattamente ciò che accade in strada: per le auto tutto facile, per le bici una lotta perenne per restare vivi e potendo interi. In ciò intravedo dolo, ma sicuramente sbaglio, come mi permetto di pensarlo?

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento