Giuseppe Conte arriva alla festa dell’Unità di Ravenna, per un confronto con Stefano Bonaccini. «Mai più divisi», esordisce il governatore. «Non vorrei che le mie figlie vivessero per vent’anni in un paese governato dalla destra. La loro luna di miele è finita, non posso accettare che vincano ancora perché il centrosinistra è diviso».

Conte non chiude ma frena: «Con questa destra al governo abbiamo visto a cosa portano i cartelli elettorali. Noi vogliamo lavorare per costruire un progetto di governo alternativo, ma serve un confronto chiaro: sarebbe sbagliato buttarsi oggi in alleanze posticce». Bonaccini non si arrende: «Certo che non si devono fare alleanze a tavolino, ma basta divisioni sulle virgole se condividiamo il testo nella sua sostanza: la nostra gente non ne può più».

Il governatore poi loda Schlein per il lavoro sul salario minimo, e sprona Conte a una battaglia comune anche sulla sanità «che versa in una condizione drammatica».

Ma il leader M5S vira sul tema più divisivo di tutti: la guerra in Ucraina. Per poi aggiungere: «Sulla sanità possiamo lavorare insieme come abbiamo fatto durante la pandemia, col mio governo abbiamo invertito il trend di tagli alla sanità. Bisogna rafforzare il servizio pubblico e portare la spesa all’8% del pil». Il governatore annuisce: «Mai più sotto il 7,5%».