Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, alla fine la destra ha vinto: del salario minimo si riparlerà tra 60 giorni.
Non c’è ancora la contezza che esiste un problema salariale nel paese. È come se non riguardasse chi governa. Noi continuiamo a dire che c’è un problema che coinvolge lavoratori dipendenti e pensionati che nel corso degli ultimi due anni hanno perso almeno il 10% di potere d’acquisto mentre da due anni l’inflazione è sempre stata sopra il 6% attuale. Quindi il salario minimo è uno degli strumenti indispensabili per intervenire e alzare le buste paga dei lavoratori. Io aggiungerei il rinnovo dei contratti – che riguardano circa 7 milioni di lavoratori e di lavoratrici – e la detassazione della contrattazione nazionale e di secondo livello.

Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri
Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri

La maggioranza di destra – Italia Viva compresa – dice di che la strada per aumentare i salari, oltre tagliare il cuneo fiscale, è favorire la contrattazione.
La domanda che mi viene da porre è: ma quale contrattazione vogliono favorire? Quella dei contratti comparativamente più rappresentativi o la contrattazione dei contratti pirata, sottoscritti da molti sindacati autonomi (Ugl e Confsal, ndr) che ora vengono invitati al tavolo del governo? Le due cose non possono stare assieme: se pensano alla prima, smettano di invitare ai tavoli chi firma i contratti che noi portiamo davanti ai giudici del lavoro perché incostituzionali in quanto con salari non dignitosi.

Dopo anni di contrarietà, sul salario minimo la vostra posizione, come quella della Cgil, si è uniformata, mentre la Cisl continua a essere contraria a fissare il limite per legge di 9 euro l’ora.
Noi abbiamo sempre detto che è necessario identificare il salario minimo con i minimi contrattuali. È chiaro che ci sono alcuni contratti, anche firmati da noi, che stanno sotto quella cifra: scaduti da anni e con le controparti datoriali che scappano dai tavoli del rinnovo.

Uno di questi è quello della Vigilanza privata: si tratta di “emersione” da un contratto pirata ma l’aumento salariale che avete strappato nel rinnovo è risibile.
Sì, è chiaro che ci siamo trovati a dover rientrare da contratti pirata e sottolineo che la Uil il primo rinnovo non l’aveva firmato. Detto questo, un intervento legislativo è necessario. Se il governo vuole favorire la contrattazione può per esempio vietare gli appalti nella Pa della vigilanza privata stessa sotto una determinata soglia o le Regioni potrebbero vietare le convenzioni con la sanità privata che applica contratti pirata troppo bassi. Ci sono 4 milioni di lavoratori che, pur lavorando, non arrivano a 12 mila euro annui.

La proposta dell’opposizione vi soddisfa in toto o c’è qualcosa che cambierebbe?
Mi soddisfa che riconosca i minimi contrattuali come punto di riferimento. Sulla fissazione della soglia economica e sul riferirla al Trattamento economico minimo (Tem) o complessivo (Tec), previsti dal cosiddetto Patto della fabbrica, bisognerebbe approfondire il confronto.

In aula è successa una cosa un po’ strana con il voto a favore della proposta di patrimoniale (subito stoppata da palazzo Chigi) di Sinistra italiana con Fratoianni. Lei che è stato il primo a parlare di extraprofitti è contento che il tema sia tornato in discussione?
Secondo noi la priorità è tassare gli extraprofitti e farlo non solo per le aziende del settore energia ma anche per big pharma, i giganti della farmaceutica che hanno fatto miliardi durante la pandemia e sono rimasti esclusi dall’applicazione della già blanda norma del governo Draghi. Il secondo tema è far pagare le tasse a chi oggi non le paga in un paese dove non solo di evasione fiscale non solo non si parla più ma sta venendo fuori un percorso culturale per il quale se qualcuno ha evaso per necessità bisogna che lo comprendiamo. Abbiamo fatto una proposta provocatoria: volete fare la flat tax? Applicate l’aliquota piatta al 15% a part time e a chi ha pensioni basse.

Passiamo al reddito di cittadinanza. Lei, da uomo del Sud, è preoccupato dalla crisi sociale che la sua cancellazione sta provocando? I vostri patronati registrano tensioni?
Siamo molto preoccupati ed eravamo contrari alla sospensione del Reddito di cittadinanza. Vorrei ricordare che noi fin dall’inizio abbiamo detto che questa era una misura che interveniva nell’emergenza e che era sbagliato mettere insieme uno strumento contro la povertà con le politiche attive per il lavoro. Su entrambi i fronti il governo Meloni non ha fatto niente perdendo tempo su quale nome dare a nuovi strumenti inesistenti di lotta alla povertà e dimenticandosi di migliorare i centri per l’impiego. Dove sono finiti i miliardi della Gol? Il governo si è comportato in maniera vergognosa con i navigator che ora sarebbero utilissimi per arginare la crisi sociale. La ministra Calderone parla tanto di mismatch fra domanda e offerta di lavoro ma al Sud, dove il lavoro non c’è, il rischio è finire nelle mani della malavita pur di mangiare.

Lei all’orizzonte vede un autunno caldo? La Cgil parla apertamente di sciopero generale, la Cisl si è riavvicinata molto al governo. Voi avete una posizione mediana?
Studierò Nadef, manovra e riforma fiscale e poi decideremo. Abbiamo piattaforme unitarie su lotta alla precarietà, sicurezza sul lavoro e, sottolineo, pensioni. A meno che qualcuno non le abbia cambiate senza avvertirmi. Noi siamo stati i primi a mobilitarci a gennaio e come Uil ricominceremo dal 4 settembre. A metà ottobre decideremo il da farsi rispetto alle risposte del governo. Mobilitazione non è una parolaccia…

…Sciopero generale lo è?
Neanche sciopero generale e difatti ne abbiamo fatti. Ma vanno motivati e fatti, non annunciati.