Cultura

Bolzano, il fiume Isarco è movimento di energie

Bolzano, il fiume Isarco è movimento di energie«Futurefarmers» foto di Paula Goetz

GEOGRAFIE «Un festival sonoro per l’Elefante», da oggi al 2 luglio. Artisti, architetti, antropologi e altri sono stati coinvolti dai curatori Daniele Lupo e Angelika Burtscher: «Il progetto nasce dalla riflessione sugli effetti del cambiamento climatico»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 30 giugno 2023

Ritrovarsi attorno al fiume, fare comunità ed esplorare con azioni artistiche il corso d’acqua. Vederlo con occhi nuovi come luogo relazionale e sociale oltre che vitale. È quello che accadrà da oggi al 2 luglio a Bolzano sulle sponde dell’Isarco grazie al progetto pluriennale Un meandro. (Com)posizioni con il fiume del collettivo di artisti Futurefarmers nell’ambito di FLUX – Azioni ed esplorazioni fluviali, ideato da Lungomare gruppo internazionale di artisti, architetti, antropologi, agricoltori, ricercatori che agiscono nello spazio pubblico. Un festival sonoro per l’Elefante pone al centro il fiume e il suo continuo movimento generatore di energie, suoni, rumori, aggregazioni. Le installazioni artistiche e le sculture sonore sono il frutto di un lungo processo, un lavoro partecipato che ha coinvolto la comunità.

UNA RETE creata fra le istituzioni: amministrazione pubblica, bacini montani e servizi di giardineria, che in questi anni si sono riuniti regolarmente, come mai era accaduto prima, portando come risultato l’installazione di due piattaforme permanenti di accesso al fiume, un impatto concreto merito del dialogo virtuoso attivato da Lungomare. «Per scardinare l’idea dello specchio d’acqua difficile da raggiungere, tornando ad essere una presenza e un privilegio per la comunità» come spiegano i curatori Daniele Lupo e Angelika Burtscher, che continua, «un progetto iniziato lo scorso anno con i fiumi di Bolzano per provare a dar loro un nuovo ruolo attraverso sguardi artistici e di esperti, designer, architetti. Nato dalla riflessione sugli effetti del cambiamento climatico in cui i corsi d’acqua alternano la siccità alle piene. Ci siamo chiesti che ruolo abbiano gli spazi fluviali, sia nel rinfrescare le città che come occasione di incontro. Sono stati raccontati attraverso le esplorazioni fotografiche degli artisti e i teorici per mostrare la loro complessità e la loro funzione sociale. A Bolzano, come in molte città italiane, i fiumi non hanno accessibilità, non sono parte della città a differenza di quanto accade in Svizzera e Germania. A Bolzano lungo gli argini ci sono cespugli e barriere che non permettono di avvicinarsi».

«VORREMMO FAR CAPIRE» aggiunge Daniele Lupo «che tutto il sistema urbano è legato alla vita del fiume, lo stiamo stressando togliendo terreno e convogliando tutta questa complessità in un corso d’acqua, ma il fiume è un sistema. Le visioni degli artisti riguardano anche la convivialità, c’è anche una prospettiva scientifica, il corso d’acqua è un elemento capace di creare energie e suoni. L’obiettivo di Lungomare è mettere in dialogo per capire, reinventare, sognare sullo spazio pubblico attraverso gli artisti».
«Il lavoro culturale e artistico crea possibilità, alleanza, per noi è un ottimo approccio per co-progettare una città» dice Angelika Burtscher «ognuno interviene con i propri mezzi e strumenti, si dà spazio attivo alla creatività, le due piattaforme sono un simbolo di quali siano le nostre responsabilità per far convivere natura, città, essere umano, come creare un nuovo equilibrio. In futuro il fiume ci permetterà la sopravvivenza, di rinfrescarci, è uno spazio democratico. Come artista non voglio lasciare la pianificazione del paesaggio solo a esperti e scienziati, ma voglio prendere la parola, contribuire, perché si tratta del mio habitat».
Il progetto assume valore politico di responsabilità e consapevolezza sui fiumi come risorsa importante per l’uomo. La cittadinanza è stata attivata. «Come produttori culturali» prosegue Angelika Burtscher «pensiamo, disegniamo, viviamo questa città e ovviamente è importante collaborare alla creazione di questo spazio, ma come produttori culturali vogliamo far entrare visioni nuove, utopie, portare altre narrazioni e connettere scienziati, biologi, archeologi, pescatori. Mettiamo in contatto per aprire nuovi orizzonti, visioni e connettere le persone. La cittadinanza è il nostro primo interlocutore».

GLI ARTISTI di Futurefarmers hanno realizzato delle opere insieme ad altri musicisti e creativi fra cui Guillermo Galindo, compositore e architetto sonoro, con il suo Octophant, uno strumento a otto proboscidi e otto note fatto di tubi che diventano microfoni amplificati da cui risuona lo sciabordio dell’acqua. Le creazioni di Ellis Blauw elaborano i rumori del fiume, il vento, le piante e la vita acquatica, registrando le correnti, i suoni, gli uccelli, combinati insieme alle registrazioni fatte in Belgio. Sono sculture di rami, fili, circuiti elettrici artigianali che catturano campi magnetici e sonorità, posizionati sulle rive, le rocce, che risuonano come strumenti musicali in un concerto magico.
Grande protagonista del festival l’elefante, animale che fra storia e leggenda rievoca il viaggio attraverso le Alpi e diventa simbolo su cui proiettare l’immaginazione, raccontando di mobilità e migrazione. Il pachiderma, fatto di legno e stoffa, sarà portato in una processione silenziosa attraverso la città fin sulle rive del fiume, dove le acque dell’Isarco incontrano quelle del Talvera, riposerà e si rinfrancherà, rappresentando un elemento di straniamento poetico per attirare la gente che immaginerà qualcosa di nuovo. L’animale non ha un’identità specifica, ma è piuttosto una figura mitologica. Durante il festival verrà distribuita una Fanzine con contributi di esperti, scienziati, artisti, femministe studiosi sul tema dei fiumi. Le serate saranno scandite secondo i tre capitoli Processione, Risonanza e Ensembles Estatici.

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