Matteo Lepore e il Pd guardano al centro? E allora noi occupiamo. Il messaggio inviato al candidato sindaco del centrosinistra bolognese è questo qui: una caserma destinata alla riqualificazione che viene occupata dal centro sociale Labàs, una delle anime dell’alleanza tra la sinistra cittadina di Coalizione Civica e il Pd. Quell’asse sinistra-sinistra che è sopravvissuto alla prova delle primarie contro l’inviata di Renzi, Isabella Conti, e che ora sarà messo alla prova alle elezioni d’autunno. In mezzo ci saranno due mesi cruciali, quelli estivi. Il candidato Pd e assessore da 10 anni Matteo Lepore ha proclamato Bologna «la città più progressista d’Italia» e lanciato la sua creatura: una fabbrica del programma da dove estrarre idee ma soprattutto nuovi equilibri politici.

Una fabbrica che Lepore ha aperto a 360 gradi, chiamando industriali, commercianti, elettori di destra che non si riconoscono nei loro partiti di riferimento, ad oggi ancora incapaci di scegliere il loro candidato. Ecco allora arrivare l’imprevisto, un’occupazione per provare a riportare l’attenzione a sinistra, dopo che dopo le primarie il candidato Lepore ha sterzato bruscamente a destra perché «ora si apre un’altra partita» e nemmeno il Pd di Bologna può permettersi di ignorare centristi e riformisti di Renzi e Calenda.

Così Làbas ha rioccupato un’ex caserma su cui la giunta del sindaco uscente Merola (e del suo delfino e potenziale prossimo primo cittadino Lepore) ha preso decisioni senza l’accordo con la sinistra di Coalizione Civica. «Ci faranno alberghi, appartamenti privati, parcheggi – si legge in una nota di Làbas – No alla speculazione e alla privatizzazione selvaggia». Da qui è scattata l’occupazione, simbolica ma comunque bocciata da Lepore: «Gli spazi non vanno privatizzati occupandoli». Un botta e risposta da inquadrare nelle dichiarazioni con cui settimana scorsa il segretario del Pd ha blindato non l’asse sinistra-Pd, che ha contribuito a fare vincere a Lepore le primarie, ma quello Lepore-Conti, che è ben altra cosa. «Sono molto fiducioso – ha detto Letta – che Lepore e Conti troveranno insieme le migliori soluzioni».

Ora il rischio concretissimo per l’alleanza del centrosinistra è quello di non riuscire a trovare la quadra tra tutte le sue anime. «Il centrosinistra non ha avversari esterni e quindi tutte le tensioni si scaricano all’interno .- riflette il politologo Gianluca Passarelli -. La coalizione è troppo ampia, più che un Ulivo mi sembra un’Unione». E si sa che la grande alleanza che portò al governo Prodi II non finì benissimo. Coalizione Civica ne è convinta: serve un perimetro più di sinistra. «Le alleanze servono a trovare una mediazione ma chi vuole fare di Bologna la città più progressista d’Europa sappia che il compito dei movimenti è spostare sempre un po’ più in là l’orizzonte del possibile», dichiara Detion Begaj, attivista di Làbas e consigliere di quartiere eletto con Coalizione Civica.