Boko Haram ora attacca anche in Niger
African jihad A due soli giorni dalla sanguinosa battaglia di Fotokol, in Camerun, primo raid dei miliziani islamisti oltre i confini controllati da N'djamena
African jihad A due soli giorni dalla sanguinosa battaglia di Fotokol, in Camerun, primo raid dei miliziani islamisti oltre i confini controllati da N'djamena
Gli stati affacciati sul confine nord-orientale della Nigeria fanno la guerra a Boko Haram, puntualmente contraccambiati. I jihadisti ieri mattina hanno attaccato la città di Bosso, in Niger, segnando così un altro precedente. È infatti la prima incursione oltre il confine nigerino da parte dell’organizzazione che da oltre sei anni sta seminando il terrore nel nord-est della Nigeria e finora aveva sconfinato solo in Camerun. Un attacco con armi pesanti che ha costretto alla fuga molti abitanti e i profughi, migliaia di persone scappate dalla Nigeria, che qui avevano trovato rifugio. Il governatore della regione di Diffa, a cui Bosso appartiene, riferisce che dopo un’ora di violenti combattimenti i miliziani sono stati respinti dall’esercito, che non esiste ancora un bilancio della battaglia e che esclude vittime civili.
Diversamente era andata due giorni prima a Fotokol, in Camerun, dove al termine dell’ultimo raid di Boko Haram si contavano un centinaio di morti, quasi tutti civili, molti sgozzati nelle loro case o bruciati insieme alla moschea nella quale stavano pregando. Negli scontri avrebbero perso la vita anche 6 soldati camerunensi e 13 ciadiani. E, secondo il ministro della Difesa camerunense Edgard Alain Mebe Ngo, centinaia di guerriglieri. Fotokol è il luogo in cui hanno impiantato la loro base le truppe del Ciad, attive sul terreno con circa 2.500 uomini. All’inizio della settimana i ciadiani avevano annunciato la riconquista di Gamboru (foto Reuters), roccaforte jihadista che si trova a poche centinaia di metri, appena oltre il fiume che separa le due città e quindi in territorio nigeriano. Ma agli “insurgenti” di Boko Haram sono bastate poche ore per riorganizzarsi e colpire lì dove forse nessuno se lo aspettava.
L’Unione africana resta in attesa che il Consiglio di sicurezza dell’Onu approvi (e finanzi) la missione di 7.500 uomini a cui dovrebbero dar vita Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin per fronteggiare la minaccia sempre più regionale di Boko Haram.
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