Bocciato l’aeroporto di Renzi
Grandi Opere La documentazione di valutazione di impatto ambientale prodotta da Enac, braccio armato della Toscana Aeroporti di Marco Carrai, non convince il ministero dell'ambiente. Entro 45 giorni Enac deve rispondere a numerose, e gravi, criticità del Masterplan del futuro scalo.
Grandi Opere La documentazione di valutazione di impatto ambientale prodotta da Enac, braccio armato della Toscana Aeroporti di Marco Carrai, non convince il ministero dell'ambiente. Entro 45 giorni Enac deve rispondere a numerose, e gravi, criticità del Masterplan del futuro scalo.
L’assoluto nonsenso di un nuovo scalo intercontinentale in un’area densamente urbanizzata, e ambientalmente già congestionata, convince anche il ministero dell’ambiente a dare un pesante colpo di freno al progetto del nuovo aeroporto Vespucci. Se ne farà una ragione Toscana Aeroporti, guidata da Marco Carrai. Il cui vicepresidente Roberto Naldi, intervistato nei giorni scorsi dal Tg3 toscano, assicurava l’inizio delle opere propedeutiche già a fine agosto. In tempo per non perdere i 50 milioni inseriti nello Sblocca Italia dal governo di Matteo Renzi, principale fan dell’opera.
Nelle sedici pagine di richieste di integrazione alla documentazione di valutazione di impatto ambientale prodotta dall’Enac, braccio armato di Toscana Aeroporti, il ministero impallina il Masterplan aeroportuale. Il Masterplan, perché del progetto definitivo – sui cui in teoria dovrebbero essere fatte le Via – non c’è traccia. Una procedura così anomala da far scrivere all’arrabbiatissima Università di Firenze, il cui prestigioso Polo scientifico finirebbe viicinissimo allo scalo: “Si ritiene che, già sin d’ora, nella procedura di Via, siano rilevabili evidenti profili di illegittimità, tali da giustificare un parere negativo”.
Su questo tema, per ora, i tecnici del ministero non si esprimono. Lo fanno invece su quanto prodotto da Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, che da tempo lavora per far realizzare, per “motivi di sicurezza”, la nuova pista parallela all’autostrada A11 Firenze-Mare lunga ben 2.400 metri. Più altre centinaia di metri per vie di fuga e altri “accorgimenti tecnici”. Ben oltre quanto deciso dalla stessa Regione Toscana, che nel suo Piano di indirizzo territoriale sull’area ha posto come limite massimo una pista di 2.000 metri. Fatto che porta subito il ministero a chiedere: “Il proponente (cioè Enac, ndr) provvederà a chiarire quali sono le modalità previste per la risoluzione dell’incongruenza rilevata con le previsioni del Pit”.
Pagina dopo pagina, i tecnici proseguono nel loro lavoro di demolizione: “Il proponente non esplicita in modo chiaro e dettagliato le interazioni, le correlazioni e la coerenza delle opere idrauliche previste nel Masterplan, con i progetti di altre pianificazioni e e programmazioni che insistono sull’area di influenza dell’aeroporto. In particolare si evidenzia di chiarire, da un punto di vista progettuale e quindi sugli impatti ambientali attesi, in primo luogo le relazioni con la terza corsia autostradale dell’A11 (Firenze-Mare) da Firenze a Pistoia. Con l’inceneritore e la discarica di Case Passerini. Con la pianificazione dei Comuni interessati. Con il Pit della Regione Toscana sulle opere di gestione delle problematiche del sistema idrico”.
Un sistema assai complesso, visto nella Piana fiorentina incidono numerosi corsi d’acqua e in particolare quel vero e proprio mini-fiume che è il Fosso Reale. Di qui l’osservazione: “La scelta di deviare il Fosso Reale secondo il tracciato presentato, e le soluzioni scelte per superare l’interferenza con l’autostrada A11, non risultano dettagliatamente motivate”. Quanto alla pianificazione dei Comuni interessati, basta chiedere ai “ribelli” di Sesto Fiorentino, che hanno defenestrato la sindaca renziana Sara Biagiotti anche per la sua inazione sul tema.
Non è finita: sulla qualità dell’aria nella zona, già oggi al limite, si scopre che Enac ha portato solo i dati dell’anno 2010: “Le analisi vanno fatte su un arco di tempo di almeno dieci anni – replica il ministero – sullo scenario futuro di traffico aeroportuale più gravoso, e gli effetti vanno considerati su una distanza minima di tre chilometri”. A seguire la risposta a un’altra furberia di Enac: “Le concentrazioni degli inquinanti vengono simulate senza considerare i livelli di fondo dell’area. Che vanno mostrati, e poi separati da quelli che saranno propri dell’aeroporto”. Tanto basta perché i consiglieri della sinistra cittadina Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi, così come l’urbanista Ilaria Agostini di Perunaltracittà, tirino le somme: “I tecnici del ministero ridicolizzano il Masterplan”. Per giunta le risposte di Enac devono arrivare, al massimo, entro 45 giorni.
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