Bocciato dal giudice il contratto “a perdere” di Snaitech
Diritti del lavoro Il Tribunale di Lucca dà ragione alla Fiom Cgil nella vertenza contro l'azienda del gioco, che ha costretto i 650 dipendenti ad accettare il contratto meno tutelato del terziario, quando è ancora in vigore quello metalmeccanico. Massimo Braccini: "Ora intervenga anche il governo, visto che le concessioni sono pubbliche".
Diritti del lavoro Il Tribunale di Lucca dà ragione alla Fiom Cgil nella vertenza contro l'azienda del gioco, che ha costretto i 650 dipendenti ad accettare il contratto meno tutelato del terziario, quando è ancora in vigore quello metalmeccanico. Massimo Braccini: "Ora intervenga anche il governo, visto che le concessioni sono pubbliche".
Sono bastati pochi giorni al giudice del lavoro per condannare Snaitech per attività antisindacale, ordinando al management dell’azienda di continuare ad applicare ai dipendenti il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Questo l’effetto diretto del ricorso presentato dalla Fiom Cgil, da mesi sulle barricate dopo la decisione unilaterale dei vertici aziendali di cambiare contratto di lavoro, nelle pieghe del passaggio di Snaitech alla multinazionale anglosassone Playtech. Un cambio di contratto, con il passaggio da quello metalmeccanico a quello meno tutelato del terziario (commercio), nonostante che la scadenza naturale sia stata fissata, alla firma del contratto nel 2015, nel novembre del prossimo anno.
La sentenza del giudice Susanna Messina del Tribunale di Lucca ha naturalmente soddisfatto la Fiom Cgil: “Abbiamo sempre sostenuto che erano stati lesi dei diritti – ricorda Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom del gruppo Snaitech – e che il contratto collettivo nazionale di lavoro metalmeccanico doveva continuare ad essere applicato. La condanna fa giustizia anche della prepotenza aziendale manifestata in questi mesi dal management, che ha cercato di creare confusione tra i lavoratori, e di delegittimare le Rsu di Porcari e Roma. Un fatto gravissimo, inaccettabile”.
In questo periodo i 650 addetti di Snaitech, azienda florida nel settore peraltro sensibile del gioco, con sedi a Roma, Milano, e Porcari in lucchesia, sono stati in effetti convocati uno per uno dal management, con l’obiettivo di far accettare il contratto nazionale del terziario. “Ci risulta siano state fatte anche delle pressioni indebite – puntualizza Braccini – e naturalmente hanno cercato di mettere fuori la Fiom, che è il sindacato più rappresentativo, dall’azienda. Questo è il punto politico, in una fase delicata di passaggio di proprietà, e di fronte a una nuova compagine societaria che ancora non ha un benché minimo piano industriale”.
Dopo la vittoria in tribunale della Fiom, assistita dall’avvocato Andrea Stramaccia, la Snaitech ha subito annunciato ricorso in appello, puntualizzando che continuerà ad applicare il contratto metalmeccanico ai soli iscritti alla categoria della Cgil impegnati nella sede di Porcari.
Di ben diverso avviso Braccini, che è anche segretario generale toscano della Fiom: “Ora rientriamo a pieno titolo in azienda, con tutti i diritti sindacali. E rinnoveremo la Rsu, continuando la lotta per capire quali siano le reali prospettive di Snaitech. Se ne facciano una ragione. Anche il governo, che fino ad oggi ha fatto da spettatore, sarebbe bene che aprisse un tavolo, e subordinasse il rilascio delle concessioni, pubbliche, sulla base di precisi piani aziendali, che garantiscano tutte e tre le sedi nazionali di Snaitech e i livelli occupazionali. Perché qui non sappiamo nemmeno quale sarà la prospettiva dell’azienda dopo la vendita a Playtech. Non esiste piano industriale, il baricentro è già stato spostato a Londra, e ci sono concreti rischi di indebolimenti produttivi”.
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