Bob Dylan, un ritorno fra storie e profeti erranti

«Murder Most Foul è un lamento funebre per Kennedy e per l’America che incarnava, riesumato da Bob Dylan nel momento in cui la sua America diventa il paese più infetto del pianeta. Guidato dal suono come nel pianto rituale, dalla ripetizione ossessiva di una stessa frase musicale elementare e profonda, e dalle parole come nei suoi brani più classici – dalla rima come in Only a Pawn in their Game, dall’anafora come in A Hard Rain’s a-Gonna Fall – e intriso di allusioni e richiami intertestuali che daranno lavoro per anni agli specialisti e agli esegeti, è una storia di morte, caduta, rimpianto e lutto che aiuta a capire sia i nostri tempi, sia il tragitto dello stesso Bob Dylan». Così scriveva Alessandro Portelli il 31 marzo su queste pagine all’indomani dell’uscita del lungo brano (ben 17 minuti) rilanciato in rete dal menestrello americano, senza fornire anticipazioni.

ORA DYLAN rompe gli indugi e in un tweet annuncia per il 19 giugno l’uscita di un intero album di nuove canzoni – Rough and Rowdy Ways (Columbia Records), il primo disco di inediti dopo 8 anni composto da 10 tracce (un’altra Prophet, è stata rilasciata ieri), fra cui Murder Most Foul, che verrà pubblicato in formato doppio cd doppio vinile e digitale. Un ritorno imprevisto – dopo una lunga serie di materiali antologici, un album di cover e perfino un Christmas album, che lasciavano presagire a un definitivo distacco dalla composizione.
A celebrare questa ritrovata presenza del suo grande «padre putativo» è l’altro grande grande storyteller americano, Bruce Springsteen. Congelato il tour mondiale con la E-Street Band a causa della pandemia, dalla sua quarantena in New Jersey il Boss si cimenta per la terza volta in veste di Dj in una trasmissione radiofonica in onda su E Street Radio, il canale tematico della piattaforma Sirius XM, dove ha proposto una playlist di 22 brani insieme a due brani di Dylan, omaggio tributato in ogni appuntamento radiofonico andato in onda finora.