Lavoro

Blocco licenziamenti solo fino a agosto Contratto di rioccupazione con sgravi

Blocco licenziamenti solo fino a agosto Contratto di rioccupazione con sgraviUna manifestazione dei lavoratori ex Embraco – Foto LaPresse

Le Misure del Decreto Cgil, Cisl e Uil critici: volevano lo stop fino a ottobre. Norma per salvare i lavoratori ex Embraco: altri sei mesi di cig

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 maggio 2021

Contratto di rioccuopazione, contratto di espansione, contratto di solidarietà. Il ministro del lavoro Andrea Orlando snocciola tre tipologie contrattuali per cercare di dimostrare che il decreto Sostegni bis di punti a «ripartire dal lavoro». La risposta dei sindacati però è negativa visto che chiedevano a gran voce la proroga del blocco dei licenziamenti fino a ottobre e non l’hanno ottenuta con il rischio di centinaia di migliaia di licenziamenti. «Un emendamento sul tema non ha avuto la maggioranza nella conversione parlamentare del decreto Sostegni uno, meglio concentrarsi su interventi settoriali», è la contro replica del ministro Orlando. E difatti il compromesso è questo: solo per le aziende che chiederanno la cassa Covid entro fine giugno il blocco dei licenziamenti è stato prorogato al 28 agosto. Quelle che utilizzano invece la cassa ordinaria non pagheranno le addizionali ma non potranno licenziare.
In realtà l’unica vera novità è il «contratto di rioccupazione post pandemia». Si tratta dell’ennesimo scambio fra posto del lavoro e sgravi fiscali, un leit motiv delle politiche sul lavoro dal Jobs act in poi: esonero contributivo al 100% per sei mesi per le aziende che faranno rientrare personale dalla cassa integrazione o assumeranno nuovo personale con contratto di formazione. Gli sgravi dovranno essere restituiti se il lavoratore non sarà confermato dopo il periodo di inserimento. In più è previsto il blocco del decalage per la Naspi, l’ex assegno di disoccupazione.
Quanto al contratto di espansione – già previsto dalla legge di bilancio 2020 – si abbassa la soglia di applicazione dagli attuali 250 per azienda a 100 dipendenti. Il contratto prevede uno scivolo pensionistico o la riduzione di orario per chi è vicino alla pensione e – contemporaneamente – l’assunzione di giovani. I sindacati però contestano l’applicazione: il fatto che chi accederà alla pensione di vecchiaia non maturerà i contributi, penalizza i lavoratori che si troverebbero più tutelati dalla Naspi: licenziamento ma due anni con pagamento dei contributi. Allargato anche il già esistente contratto di solidarietà – in questo caso come chiedevano Cgil, Cisl e Uil – per le aziende che a giugno avranno lo sblocco dei licenziamenti e un calo del 50% del fatturato. Chi aderisce pagherà ai lavoratori il 70% dello stipendio ma dovrà impegnarsi al mantenimento dei livelli occupazionali.
Per i settori di commercio e turismo – i più colpiti in questi mesi – è poi previsto un esonero contributivo al 100%per i dipendenti che vengono riportati al lavoro nel periodi di vigenza della stessa cassa Covid.
Ultimo provvedimento è la proroga di sei mesi della cassa integrazione per cessazione. Nonostante sia presentata come una norma generale, si tratta di del salvataggio per gli oltre 400 lavoratori della ex Embraco che, in attesa della fusione con la Acc Wanbao di Belluno per creare il polo italiano dei compressori. Il curatore fallimentare dell’azienda di Riva di Chieri aveva mandato le lettere di licenziamento sostenendo che non poteva fare domanda per gli ammortizzatori sociali.
Ma fra governo e sindacati ieri si è aperto un nuovo fronte. Riguarda il prossimo decreto Semplificazioni e arriva dalla categoria degli edili. «Se dovesse prevedere massimo ribasso generalizzato e liberalizzazione dei subappalti, vorrà dire tornare ai peggiori anni ‘50, alla giungla nei cantieri, all’apertura agli illeciti, al cottimo. E la risposta sarà sin dalle prossime ore mobilitazione immediata, assemblee permanenti in tutti i luoghi di lavoro, iniziative articolate fino allo sciopero generale dell’intera categoria», dichiarano i segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi.

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