Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle infrastrutture, ha fatto approvare ieri dal Consiglio dei ministri un decreto legge che permetterà alla società concessionaria di realizzare il Ponte di Messina anche per «fasi costruttive» e non invece «entro il 31 luglio» di quest’anno come era stato previsto inizialmente da un decreto del marzo 2023. Questa decisione permetterà di superare il vincolo e di presentare il progetto a pezzi. Il decreto approvato ieri, oltre alle norme sulle concessioni autostradali e sui commissari straordinari, amplia il margine di manovra sugli aumenti dei costi della mega-opera. Questi dovranno essere calcolati in base al rapporto tra le tariffe del 2023 e quelle del 2021, previste dal decreto Ponte dell’anno scorso. È stata inserita la clausola «laddove applicabili» queste tariffe. Previsto un numero più ampio (150) di dipendenti del Gruppo Ferrovie distaccati alla Stretto di Messina.

«Il Ponte sullo Stretto è un progetto dove tutto è consentito – attacca Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra – È un decreto vergognoso che prende atto del mancato rispetto della data del 31 luglio e che ora modifica le condizioni affermando che il progetto esecutivo può essere approvato per stralci funzionali. Ma un Ponte non può essere approvato così perché è un’opera indivisibile». Secondo Bonelli nel decreto si nasconde «un trucco»: «Con il decreto vengono levati i limiti per gli aumenti dei costi dell’opera ed eliminati i pareri del consiglio di Stato. Questo è il Farwest contro gli italiani. Nel comunicato di palazzo Chigi il Governo non ha avuto il coraggio di rendere pubblica questa norma. Lo Stato è trasformato in bancomat».

«Il Ponte è un miraggio e le promesse del ministro Salvini si sciolgono come neve al sole – ha detto Anthony Barbagallo, segretario Pd Sicilia e capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera – È finita la campagna elettorale e, puntualmente, anche gli annunci – propagandistici – sull’avvio di inizio lavori» A Barbagallo ha risposto Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto di Messina: «Nessun ritardo nell’avvio dei lavori». «L’obiettivo è di conseguire l’approvazione del progetto definitivo e del piano finanziario dal parte del Cipess entro l’anno. L’obiettivo è l’apertura al traffico del Ponte al 2032».

Per il coordinamento «No Ponte Calabria» il decreto di ieri è «un atto violento e arrogante agli abitanti dello Stretto a favore degli interessi speculativi della Stretto di Messina e della WeBuild». «Spiana la strada a quella che è stata sempre la nostra paura: consentire l’apertura di cantieri infiniti, senza sapere se effettivamente il Ponte potrà mai essere costruito e, nello stesso tempo, consentire di pagare i privati, permettendogli di reclamare eventuali penali». Il movimento critica anche il «Dl sicurezza» definito «fascistissimo» che prevede una serie di pene particolarmente severe non solo per chi si oppone fisicamente all’apertura di un cantiere, ma anche per chi semplicemente viene trovato in possesso di un volantino che auspica il blocco dei cantieri.