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Blackn[è]ss Fest, esplorando il mondo afrodiscendente in Italia

Blackn[è]ss Fest, esplorando il mondo afrodiscendente in Italia

Eventi L'8, 9 e 10 novembre nizia oggi presso l'Anfiteatro Martesana la quarta edizione della tre giorni meneghina.

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 8 novembre 2024

Inizia l’8 novembre presso l’Anfiteatro Martesana di Milano la quarta edizione del Blackn[è]ss Fest, una tre giorni pensata per esplorare, celebrare e connettere il mondo afrodiscendente in Italia. L’ideatrice del festival è Ariam Tekle, regista di un documentario sulle cosiddette “seconde generazioni” di eritrei a Milano (Appuntamento ai Marinai) e creatrice insieme a Emmanuelle Maréchal del podcast Blackcoffee_pdc.

Com’è nata l’idea del Blackn[è]ss Fest?

Nel 2021 io ed Emmanuelle ci siamo avvicinate a un network di attivistɜ razzializzatɜ che si stava costituendo ed estendendo sia a livello nazionale che locale. Abbiamo immediatamente aderito alla campagna #CambieRai, partecipando a sit-in sotto gli uffici della Rai e mailbombing per denunciare l’ennesimo episodio razzista, passato in sordina, nella tv pubblica. A partire da quel momento è cresciuto il desiderio di costruire incontri e momenti dedicati ad approfondire diversi temi che ci riguardano direttamente; in particolare ci siamo confrontatɜ sulle conseguenze psicologiche della profilazione razziale, un aspetto difficile da identificare anche all’interno delle comunità razzializzate.

E per quanto riguarda l’aspetto culturale?

È stato inevitabile confrontarsi anche sulla struttura degli spazi culturali, realtà che in molti casi replicano dinamiche classiste ed elitarie ostacolando così la partecipazione dal basso, sfruttando le nostre esperienze, i nostri contributi artistici e intellettuali per meri fini estetici. Un’inclusione di facciata che legittima certi spazi senza però che ci sia un vero cambiamento sistemico, contribuendo così al mantenimento dello status quo. L’idea del festival nasce da diverse conversazioni con persone razzializzate, attive sia a livello artistico che politico, e dalla consapevolezza condivisa che è necessario provare a costruire un’alternativa nel panorama milanese, dove è raro che la classe sociale venga presa in considerazione.

Qual è il tema della quarta edizione?

Il tema di questa edizione è il “Rifiuto” inteso come atto di resistenza e opposizione al sistema dominante. Liberatosi da una concezione negativa, viene riconsiderato e valorizzato come una forza creativa e trasformativa. Il festival esplorerà come il rifiuto possa essere un potente motore di cambiamento sociale e culturale, e come rappresenti un atto di autodeterminazione e un’energia propulsiva fondamentale. Quest’anno inauguriamo i talk con questo tema: il rifiuto come atto di resistenza. Insieme a Marianna the Influenza, il movimento Giovani Palestinesi d’Italia, Amal Muntaser, attivista e ricercatrice sudanese, e Nogaye Ndiaye, esploreremo come il rifiuto possa diventare uno strumento attraverso cui individui o gruppi affermano la propria identità e rivendicano i propri diritti. Questa forma di resistenza può emergere in diversi contesti, dalla politica all’arte, dove il rifiuto delle convenzioni può portare a cambiamenti significativi. Rifiutando ciò che è tradizionale o comunemente accettato, le persone possono esplorare nuove idee e forme espressive. Spesso questo processo creativo nasce dall’opposizione consapevole a strutture sociali ed economiche che perpetuano disuguaglianze, sfruttamento e discriminazione, sfidando le norme che sostengono tali sistemi di potere.

Ariam Tekle

Quali sono le principali sfide legate all’organizzazione di un evento del genere?

Organizzare un festival come il Blackn[è]ss Fest 2024 richiede un grande impegno in termini di produzione e logistica. Il nostro obiettivo principale è garantire compensi equi a tuttɜ lɜ partecipanti, inclusɜ artistɜ, tecnicɜ, moderatorɜ e relatorɜ razzializzatɜ, spesso invisibilizzatɜ o sottopagatɜ nel settore culturale. Assicurare il giusto riconoscimento economico a chi contribuisce al successo dell’evento, lo consideriamo un atto di resistenza contro un sistema che svaluta il lavoro creativo e culturale. Promuovere compensi giusti è per noi un modo concreto di sfidare le ingiustizie e favorire un cambiamento positivo.

Secondo l’attivista e scrittrice Nogaye Ndiaye il Blackn[è]ss Fest “assume un significato ancora più profondo in un momento storico segnato dalla legittimazione di xenofobia e razzismo. In un mondo che spesso ci vorrebbe invisibili, frammentati, o relegati ai margini, creare uno spazio decostruito, dove ci ritroviamo insieme, è un atto di ribellione potente”. Queste giornate rappresentano per Ndiaye “un momento necessario per ricordare che esistiamo non solo per resistere, ma per prosperare, sognare, e immaginare futuri in cui la nostra dignità non è mai negoziabile”.

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