In oltre vent’anni di attività da solista dopo la parentesi iniziale con i Sugarcubes, Björk ha intrapreso un percorso artistico unico approdando nel corso delle ultime stagioni, a una concezione totale della musica e dell’arte. Già il suo precedente lavoro in studio Biophilia (2011) andava esattamente in questa direzione, un album difficile e in alcuni frangenti volutamente incompiuto. Grazie all’utilizzo di app per iPhone e iPad, mescolava immagini, giochi e interagiva con l’ascoltatore, un’operazione completata lo scorso anno nelle quasi due ore di girato riversato in Bophilia live, folgorante opera presentata al TribecaFilmFest e disponibile anche in dvd.

Alla definizione di «arte senza confini» – come ribadito da lei stessa in più interviste, aggiungeva poi (2013) un ulteriore tassello attraverso un altro doc, When Björk Met Attenborough in cui dialogava con David Attenborough sulla relazione tra scienza natura e musica, con la voce narrante di Tilda Swinton. E senza soluzioni di continuità l’artista islandese accetta oggi di mescolare pubblico e privato nel recentissimo Vulnicura, cd in uscita il 3 marzo ma già disponibile in versione digitale per volontà dell’artista, dopo che qualche pirata lo aveva già messo on line.

Vulnicura è una sorta di diario sonoro sulla fine della sua relazione con l’artista Matthew Barney; una sequenza di emozioni sotto forma di note e di liriche intrise di dolore, rabbia e talvolta rassegnazione vengono contrappuntati da trame sonore che alternano sequenze melodiose di archi a manipolazioni elettroniche. Interazione frutto di una sacra alleanza con Arca al secolo il produttore venezuelano Alejandro Ghersi che ha collaborato con Kanye West e altre star r’n’b.

Nessun approccio di beat dance ma ritmi e suoni sperimentali, non sempre immediati al primo ascolto. «Biophilia – ha spiegato in un’intervista al portale Pitchfork Björk – parlava dell’universo, qui invece ho affrontato la cosa più dolorosa che abbia mai provato nella mia vita», il lavoro con Arca è stato semplice: «Quando è venuto in Islanda ci siamo divertiti tantissima. Far musica con lui è stato un totale contrasto: ci siamo divertiti suonando sul più triste degli argomenti».

Un inarrestabile work in progress quello di Björk, che il Moma ha deciso di codificare dall’8 marzo al 7 giugno all’interno di una grande retrospettiva a lei dedicata a New York. La mostra sarà concepita come un viaggio a ritroso nella sua carriera attraverso la musica, i film, le immagini, gli strumenti, gli oggetti e i costumi della cantante. Ma sarà anche corredata da una parte biografica, un racconto in parte fittizio scritto da Björk insieme allo scrittore islandese Sjón Sigurdsson, che ha già collaborato con lei in diversi album.