Bitcoin sulle montagne russe, sale a 19 mila dollari e poi crolla
Bolle finanziarie Il valore della "criptomoneta" è sceso a 15.450 dollari segnando una flessione di circa il 10%
Bolle finanziarie Il valore della "criptomoneta" è sceso a 15.450 dollari segnando una flessione di circa il 10%
Dopo la corsa forsennata al rialzo nelle ultime sedute della borsa americana, il Bitcoin è di nuovo crollato. La criptovaluta ha toccato il nuovo massimo storico a 19mila dollari, poi sono scattate le vendite e la correzione al ribasso. Sulla piattaforma Coindesk il suo valore è sceso a 15.450 dollari segnando una flessione di circa il 10%. A dare slancio al Bitcoin nelle ultime settimane è stata l’attesa spasmodica del lancio del primo «future» sulla criptovaluta da parte del Cme. Manca poco più di una settimana.
La resistenza viene dalle maggiori banche globali. A loro parere il sistema finanziario non sarebbe ancora pronto al lancio di contratti su un bene così volatile. ,Dopo la decisione di lanciare i future legati alla criptovaluta da parte delle Borse Cme Group e Cboe Global Markets, la settimana scorsa la Futures Industry Association – la principale associazione del mercato dei future di cui fanno parte tutte le maggiori banche di Wall Street – ha scritto una lettera alla Commodity Futures Trading Commission (Cftc) e ha espresso le sue preoccupazioni: «la rapida introduzione di future su bitcoin non consente di avere adeguata trasparenza». Nella lettera si precisa inoltre che «usare uno schema di autocertificazione per questi prodotti nuovi non è in linea con i rischi potenziali, che dovrebbero essere esaminati».
Nella lettera viene anche criticato il sistema di auto-certificazione usato dalla Cftc per approvare il lancio dei future sul Bitcoin. Questa rapida ascesa, si sostiene, non permette di garatire una trasparenza su una «criptovaluta» che molti considerano una truffa. Sul mercato il Bitcoin ha raggiunto un valore pari a quasi 300 miliardi di dollari. È una capitalizzazione che ha superato quella di Warren Buffett e il Pil di un Paese come la Nuova Zelanda, distanziando colossi di Wall Street come Goldman Sachs o Ubs.
Alla base del Bitcoin c’è la tecnologia blockchain che permette alcuni vantaggi, tra cui l’immutabilità, le transazioni relativamente veloci e costi ridotti. Questa tendenza è destinata a rafforzarsi. Ogni due anni il «mercato» continuerà ad espandersi almeno fino al 2021. L’ascesa del Bitcoin ha creato un grande dibattito . Per molti il suo andamento anomalo ha pochi confronti nella storia della finanza capitalistica, addirittura dal Seicento. Fu proprio in questo secolo, infatti, che si registrò una bolla finanziaria, quella che travolse la produzione dei tulipani. Più di recente, l’economia digitale è stata travolta dalla bolla delle «dot.com». Ma il Bitcoin sembra avere dimensioni superiori. Se continuasse a crescere con lo stesso ritmo delle ultime settimane, la «criptomoneta» potrebbe arrivare a una capitalizzazione superiore a quella dell’intero Pil americano. Il Bitcoin non ha un valore in sé e non genera un reddito, tranne la speranza di sempre nuovi e ulteriori apprezzamenti della quotazione in borsa. Per questa ragione si teme che sia un nuovo veicolo per produrre un’immensa bolla speculativa. Quello che è, al momento certo, è che il Bitcoin ha cambiato il concetto di denaro e ha proposto un nuovo concetto di bene digitale scarso: le unità non sono più di 21 milioni, oggi siamo a oltre 16 milioni in circolazione.
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