Biennale Musica 2022 nel nome di Giorgio Battistelli? In un certo senso sì. Questo compositore riceve il Leone d’oro alla carriera, apre e chiude con sue opere il festival, che si svolge dal 14 al 25 settembre e si intitola Out of Stage. Apre con una nuova versione, che lo vede anche in veste di librettista e di regista, di Jules Verne. Chiude col suo hit degli hit: Experimentum mundi. Tra inizio e conclusione c’è spazio (18 settembre) per un altro lavoro di Battistelli: Orazi e Curiazi. Tutte e tre le opere sono classici della storia artistica del Battistelli prima maniera. In tempi più recenti questo autore di primissimo piano si è molto dedicato al melodramma vero e proprio. Ma la rassegna veneziana – è il 66° Festival Internazionale di Musica Contemporanea – lo premia per «la teatralizzazione del suono e la teatralità del gesto esecutivo», come si legge nella motivazione, certamente dettata dalla direttrice artistica Lucia Ronchetti. E allora torniamo alla domanda d’avvio. E alla parziale risposta affermativa. In che senso la Bm di quest’anno è battistelliana nell’anima (oltre che ronchettiana, s’intende)? Nel senso che si ispira a un’idea di teatro musicale che ha il termine sperimentale come aggettivo inseparabile. L’iconoclasta meraviglioso Battistelli della lunga «fase 1» della sua produzione incarna questa idea come pochi. Del resto, è piuttosto battistelliano anche il Leone d’argento assegnato ai fantastici percussionisti di Ars Ludi, che sono Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri e Rodolfo Rossi («musicisti istrionici e carismatici» li definisce felicemente Ronchetti). Spesso hanno agito in sintonia col compositore premiato e lo interpretano a Venezia in Jules Verne e in Orazi e Curiazi. Il programma è concepito con raro acume. Niente «melodramma renaissance», molta nuova tecnologia e video, ma un accento sull’indagine e la ri-creazione del passato musicale, specie veneziano. Esempi. The Return (a.k.a. Run Time Error @ Venice feat. Monteverdi) di Simon Steen-Andersen (16 e 17 settembre) richiama, resuscita, elabora per tre cantanti, ensemble barocco, oggetti e video Il ritorno di Ulisse in patria monteverdiano. In The Book of Water per un attore, quartetto d’archi e film l’immenso compositore Michel van der Aa porta nella sala del Teatro Goldoni (19 settembre) visioni lagunari, ma il tema è l’erosione del territorio. Visions (21 settembre, Basilica di San Marco) di Helena Tulve per ensemble vocale, cori spezzati e ensemble strumentali utilizza (re-inventa?) frammenti di manoscritti musicali ritrovati della Biblioteca di Santa Maria della Fava. Tutte prime assolute e commissioni della Biennale Musica.
Biennale, nel nome di Battistelli
Ostinato. Biennale Musica 2022 nel nome di Giorgio Battistelli? In un certo senso sì. Questo compositore riceve il Leone d’oro alla carriera, apre e chiude con sue opere il festival, che […]
Ostinato. Biennale Musica 2022 nel nome di Giorgio Battistelli? In un certo senso sì. Questo compositore riceve il Leone d’oro alla carriera, apre e chiude con sue opere il festival, che […]
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 10 settembre 2022
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 10 settembre 2022