Bertolucci, Parma, la città dei poeti
Ultimo tango Grande evento che inizia al teatro Regio di Parma dal 1 ottobre per i 60 anni del film di Bertolucci con un convegno, la proiezione, una mostra e un libro
Ultimo tango Grande evento che inizia al teatro Regio di Parma dal 1 ottobre per i 60 anni del film di Bertolucci con un convegno, la proiezione, una mostra e un libro
Non si ha idea, di come fosse dolce la vita prima della rivoluzione, ossia prima degli sconvolgimenti straordinari che avrebbero colpito i soggetti stessi della poesia. Giuliana (Adriana Asti) vive di poesia; il suo amore per i Bertolucci è amore per la poesia, che si conclude più o meno felicemente con il matrimonio.
Parma si pone dunque come città della poesia, in cui la poesia quasi si respira. Esistono città di questo genere? C’è come un’aria che l’ accomuna alle grandi città poetiche, un’ aria che si respira anche solo nelle grandi città d’arte.
Gli amici di Bernardo girano in bicicletta, compiono acrobazie. Lo stesso andare in bicicletta è poesia. Sarà forse una particolare qualità dell’aria, il colore del cielo, o addirittura il richiamo delle stelle. Perfino nei cimiteri si respira un’ aria profonda, di nascita più che di fine.
L’amore nasce senza remore. Senza remore nasce l’amore di Giuliana. Sotto la guida di Pasolini, fioriscono i poeti, in maniera originale, qui con maggior vigore anche rispetto a successivi tentativi meno originali. Sono le donne ad arrestare il cielo, a farne una specie di storia. I poeti cantano, e il cielo li corrisponde.
Perfino essere iscritti al Partito Comunista può essere utile. Perché no? Tutto può rendere conto anche della morte, forse un suicidio, di un amico come Agostino.
Quanto alla regia di Bertolucci, essa fu subito apprezzata anche e soprattutto dalla critica americana. Sembrava straordinario per quel gruppo di critici che venisse dall’Italia, patria del neo realismo, una simile affinità registica; ma non c’è da meravigliarsi.
Bernardo offre una prova di regia, pur seguendo in parte le orme paterne. Quella di Bernardo è dunque il caso di una vocazione in cui il cinema acquista come sua compagna proprio la vocazione poetica. Bernardo si divide nella prospettiva del suo amore per l’arte, così come il padre Attilio, che da parte sua ama il cinema quasi quanto la poesia e apprezza soprattutto una quantità di film importanti.
Nessun film banale trova udienza tra gli interessi dello stesso Attilio. La banalità è bandita, certamente fino a quando si verificherà lo scandalo dell’ Ultimo Tango a Parigi.
È in questo caso che la censura italiana offre il peggio di sé, fino a ipotizzare la completa distruzione del film, del quale per fortuna una copia riesce a salvarsi. La censura imperversava, in una gara al peggio. Vedere Ultimo Tango a Parigi è quasi una profanazione, che coinvolge gli attori stessi, da Adriana Asti a Bruno Barilli. Nella sceneggiatura rimane coinvolto anche Franco Arcalli, cui si attribuisce di solito la famosa scena della sodomizzazione che coinvolgeva Maria Schneider. Lo stesso Marlon Brando quasi prende in giro Massimo Girotti, che ostenta capacità ginniche, senza avere neppure lontanamente quelle di Brando che comunque muore secondo la mano vendicatrice di Maria Schneider, che identifica in lui una specie di Padre.
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